Amore Rotondo All’Inferno

“Ti voglio quanto voglio la pizza nel mezzo della notte, a quell’ora indecisa fra il sonno e la noia. Forse esagero, ma ormai mi conosci.”
Non esiste amore più rotondo, più vero, più atroce di quello per il cibo e per la carne. Se ci pensi, mangiare un gelato è come dormire con uno sconosciuto dopo una serata di ritornelli che oscillano fra “questo è l’ultimo bicchiere, lo giuro” e “non è poi così tragico se torno col trucco sfatto ed i vestiti stropicciati domani”. Siamo quello che mangiamo – tutto gira attorno a questo, che si tratti dei vestiti nel tuo armadio o del tuo orario di lavoro, della persona con cui condividi il respiro la notte e di quello che ti alza dal letto la mattina. E non si può scegliere al bivio fra aperitivi e pancia piatta, fra un ultimo boccone ed un culo di marmo. Ma poi sta a te scegliere se addormentarti con qualche chilo in più o una lista più lunga di ricordi sfocati e di mosse impacciate. Che gola e lussuria mica sono peccati capitali, che è immorale bruciare per l’eternità solo perché ci si devono sbottonare i pantaloni sotto al tavolo o dopo una notte di buon sesso.
Al diavolo, è solo un assaggino in più, che male vuoi che faccia?