Anestesia al limone

Prendi una tredicenne di provincia e le scuole medie appena concluse: tre mesi di pacchia totale.
Cos’è che vuoi fare prima della prima al liceo linguistico? Tre fottutissimi mesi al mare. Pomeriggi roventi passati nella sala d’attesa del dentista per togliere quel fastidioso apparecchio che finalmente ti allargherà il palato. Due denti da latte che non hai avuto le palle di estirpare, l’anestesia che ti addormenta tutta la bocca e quella sensazione di voler stritolare la mano del dentista quando ti inietta quella roba che ti da una scarica alle terminazioni nervose della bocca. La granita al limone dopo l’anestesia ci sta tutta.
Cominci a guardarti intorno, i maschi alle medie sono disgustosi. La pre-adolescenza fa schifo. Puzzano perché sudano, sudano perché giocano a pallone nel cortile della scuola. Giocano a pallone… perché? Sono pochi quelli che guardano le ragazze invece che il pallone. Perché invece quelli più grandi pensano solo a scopare e tu non sapresti davvero da dove cominciare. Ti guardi intorno comunque.
Inizi a perdere la testa per il primo che capita. Viene dalla grande città. É in vacanza col suo gemello (che mica gli somiglia?) e suo cugino. Ha i capelli a caschetto, biondi, porta sempre e solo jeans e camicie di jeans. É magro da far paura, ha la faccia da bravo ragazzo e, soprattutto, non ti caga di striscio se non come amica. Okay, devi smettere di essere simpatica, che poi ti vedono come una tranquilla che però non li attira. E poi attiri il cugino sfigato che ti sta attaccato come un koala… che palle questo, oh! Dovresti fare come quella tua amica col culo grosso e la erre moscia. Lei, anche se non è un granché, attira i ragazzi giusti. O meglio, attira il biondino che sembra il fratello degli Hanson. Dannazione, sarà il culo grosso o il difetto di pronuncia?
Poi c’è questo ragazzo più grande, occhi verdi, castano, altissimo. Porta sempre la t-shirt col simbolo dell’anarchia e le All Star rosse. Hai scoperto come si chiama, ma non sai nient’altro di lui, se non che sta in piazzetta. Le mie amiche passeggiano su e giù per guardare i tipi per cui sbavano. E poi in piazzetta si fanno le canne. Tu sei una brava ragazza, non vorrai mica rovinarti la reputazione ancor prima di approdare al liceo, no? No.
E poi la tua migliore amica si fidanza e tu metti gli occhi sul migliore-amico-del-ragazzo-della-tua-migliore-amica. Una specie di sfigato simpatico. La tua versione maschile, in pratica. Riesci addirittura a rimediare un appuntamento. Segui come un mantra tutti i suggerimenti de L’agenda delle ragazze, fai i test sul Cioè, su Top Girl. Ti viene in mente che su un giornale hai letto che ascoltare musica prima di un appuntamento rilassa. Ma niente. Esci di casa tesa come la corda di un violino, arrivi al rendez-vous e balbetti cose incomprensibili. Vi fate un giro sul lungomare. Vi sedete su una panchina che si affaccia sulla spiaggia. E allora ti aspetti che lui si avvicini almeno per parlarti, o per baciarti, nella migliore delle ipotesi. E invece no. Lui resta impietrito nel suo angolo a fissare le onde che si rifrangono sul bagnasciuga e tu te ne stai li impalata, senza sapere che dire, con le mani giunte tra le cosce per riscaldarle. Fa un freddo cane vicino la spiaggia a novembre inoltrato e tra poco è anche il tuo compleanno, che stupida che sei! Sei una stupida sfigata. E poi lui esordisce: “Ti riaccompagno?”
Ti volti, lo fissi per una manciata di secondi e pensi alle peggiori cattiverie che potresti urlargli in faccia. Ma tu sei una brava ragazza e invece ti viene fuori un flebile: “Ok.”