Cameretta

Sognare.

Così semplice è dormire, la più sobria delle operazioni umane : distendersi a letto e volgere gli occhi all’indietro; un soffio di luce rompe la bolla del sogno ed ecco il risveglio, il nuovo giorno. Cos’è successo ? Niente; ed ogni giorno si ripete, e si ripete, e si ripete.

Qualcosa.

Qualcosa fa rumore. Nessun sogno, nessuna luce, gli occhi ancora semichiusi. Qualcosa fa rumore da sotto il letto, da sotto di me. Qualcosa di viscido, di molliccio si muove, come mille lumache cosparse di bava appiccicosa che si avvinghiano freneticamente l’un l’altra. Senza scoprirmi troppo, infilo un braccio sotto il letto. Una scatola, una scatola di cartone, aperta, non molto alta : è colma di scarti; puzzolente, mangiucchiato e vomitato cibo avanzato da chissà quale e quanti pasti passati, lasciato li a marcire. La scatola è unta. Odora di carogna. Un polletto mezzo mangiucchiato sovrasta la piccola montagnola di rifiuti.

Si muove.

D’un tratto un’infinità di piccoli esserini si muovono nervosamente in mezzo a quell’ammasso di cadaveri. Sono affamati. Mangiano, divorano, spolpano ogni lembo di marciume, come fossero digiuni da un’incontrollabile dipendenza di morte. Sono spinti da un demoniaco spirito di pulizia : nessun corpo insepolto sulla faccia della terra. Nauseato, scaravento la scatola al centro della stanza, il più distante da me. Non smettono di sfamarsi. S’ingrandiscono. Sono ora delle lucertole, con testa di coccodrillo e corpo liscio. La più grande di queste è irrequieta. Ad una ad una inghiotte tutte le sue compagne, senza neppure masticare. Sazia, abbandona la scatola perdendosi nella stanza.

In piedi.

Ogni più piccolo brulichio si è zittito. La scatola è vuota, più nessun sciacallo al suo interno. Da in piedi, vedo delle enormi ragnatele sul soffitto. Ci sono sempre state ? Voglio aprire la finestra. Una flotta indistinta di ragni si cala verticalmente dallo stipite. Ragni di ogni tipo : piccoli, grandi, lunghi e fini, pelosi, con croci messianiche tatuate sul dorso rugoso. Disgustosi ragni obesi di pus mi saltano sulle spalle, sul collo, sul viso; mi s’infilano tutti quanti in bocca.

Urlo.

Un soffio di luce rompe la bolla del sogno ed ecco il risveglio, il nuovo giorno.