Cara nonna

Cara nonna,
l’altra sera bevendo l’ennesimo the verde il discorso è capitato su di te. Era da molto tempo che non ti nominavo ad alta voce, a volte ti penso ma troppo spesso lascio che la vita m’investa e il tuo ricordo torni nei cassetti della memoria. In una settimana te ne sei andata, sono rimasta figlia unica e la mamma si è ammalata. A dodici anni da allora, non riesco ancora ad accettarlo.
Nonna, sono finita dall’altra parte del mondo e non so nemmeno come ci sono arrivata. Credo di essere scappata, ho sprecato così tanta vita che ad un certo punto potevo solo cominciarne una nuova. E adesso che sono qui e te ne parlo, i muri che avevo innalzato quando non sapevo più chi ero mi stanno cadendo addosso.
Mi manca vederti seduta davanti la porta di casa, mentre i piccoli giocano sull’erba e i tuoi vecchi amici si fermano a chiacchierare. Mi manca vederti sorridere e mi manchi tanto tu, quando te ne sei andata ero troppo adolescente per capire che persona immensa sei stata. E adesso che sto vagando per ritrovare pace dopo troppi drammi inutili, l’unico vero rimpianto che mi è rimasto è di non averti salutata.
Scusami se ho preferito stare chiusa in casa invece di farti compagnia al calar della sera. Scusami se non sono scesa mentre guardavi il tuo ultimo, bellissimo, tramonto con tutti lì. E scusami perché poi sono partita senza prendermi le mie responsabilità, senza dire addio. Quando ti penso mi vergogno del mio egoismo e mi dispiace, vorrei avere avuto più tempo, vorrei aver capito cosa mi stavo perdendo. E ti vorrei qui, per condividere traguardi e cadute, per essere ancora la tua nipotina.
Perdonami nonna perché non ti ho salutata e non ti penso abbastanza, per averti delusa in questi anni. Mi sono imposta di migliorare, di prendermi cura di me stessa e di chi mi vuole bene. E poiché non si sa mai, ho imparato a salutare.
Ti porto con me.