CAZZO DI FUORI IS THE NEW MAZZO DI FIORI

Se fossi una donna avrei dei seri problemi a vivere nella nostra epoca iperconnessa. Non credo proprio che riuscirei a sopportare a lungo i tentativi di abbordaggio che il web ha dato al popolo penemunito. Ma sopratutto non riuscirei a sopportare l’arroganza con cui parecchi dongiovanni da tastiera credono di scatenare tsunami ormonali inviando la foto del proprio amicogiocattolo.

Se non si è mai preso in considerazione questo aspetto oscuro (ma non tanto) della nostra epoca possiamo partire dallo spettacolo I Buried Alive di Aziz Ansari.

In una parte del suo stand-up comedy, Ansari va a fare un rapido sondaggio, chiedendo al pubblico femminile presente in sala se qualcuna di loro avesse mai ricevuto la foto di un pene in erezione tramite chat. Da questa breve, ma molto istruttiva parte dello spettacolo, salta fuori che la quasi totalità delle donne presenti – e stiamo parlando del teatro Merriam di Philadelphia, 2.500 posti –  ha risposto affermativamente. Se consideriamo che lo spettacolo ha toccato diverse città e/o facciamo un rapido sondaggio tra i nostri contatti femminili, avremo la conferma che almeno una volta nella loro vita siano venute in contatto con la classica “fotodelcazzo”.

Continuando lo spettacolo sull’argomento, Ansari ha chiesto se le foto fossero accompagnate da qualche frase oppure no, la maggioranza ha risposto di no. Ma si sa, gli americani non perdono tempo e vanno al sodo, a differenza degli italiani che romanticamente dopo il canonico “che fai?” sono già col set pronto allo scatto.

La parte successiva di queste calde conversazioni non richieste – voglio sottolineare che non stiamo parlando di sexting ma di pubico spam – di solito non riceve risposta, o se la riceve, il sarcasmo e lo scherno la fanno da padrona.

Il tutto poi si conclude con l’offesa del penemunito, che ferito nell’orgoglio, s’incazza andando a descrivere il ricevente del messaggio con oxofordiani aggettivi. Il tutto mentre ha appena iniziato una nuova conversazione con un nuovo soggetto del desiderio.

Plasmati dalla cultura fallocentrica dell’universo pornografico, la superbia maschile nell’era della rivoluzione digitale ha raggiunto dei livelli paragonabili a quelli dei gorilla più giovani, che provano a sedurre le compagne del capobranco mostrandogli il pene in erezione, rischiando però a loro volta il linciaggio per non aver rispettato la gerarchia del gruppo.

Arrivati fin qui, siamo ancora così sicuri di voler parlare d’evoluzione?