Cera calda

“Ogni giorno, nel mondo occidentale, un uomo si sveglia. Sa che dovrà correre più del tempo, altrimenti morirà.”
è questa la sensazione che mi attanaglia di prima mattina, con gli occhi ancora impastati dal sonno. La routine s’impossessa di me e non posso fare a meno di seguirla, inerme. Cerco di oppormi cambiando piccole cose, come il succo al mirtillo al posto del caffè, ma poi la vita ti catapulta addosso la sua regolarità e tu sei costretto ad arrenderti.
è da qui che nascono giornate sempre troppo simili tra loro, in cui si cerca di riempire il proprio tempo di impegni, pensieri e bisogni preconfezionati dalla società per evitare di soffermarsi troppo a lungo su quelli che sono gli impegni che noi vogliamo prenderci, i pensieri che noi vogliamo fare ed i bisogni che noi realmente abbiamo.
Si vive rincorrendo qualcosa che in realtà non desideriamo, siamo ossessionati da una continua ricerca della felicità che però non può esistere se non la condividiamo con un post su Facebook, una foto su Instagram o, perlomeno, un tweet su Twitter.
Poi d’un tratto qualcosa riesce a frenare questa smania di perfezione, e all’improvviso quella sensazione di correre contro il tempo non la senti più. Ti assale il panico, quelle che credevi fossero le tue certezze si sgretolano sotto ai tuoi piedi provocando quella buffa sensazione di vuoto allo stomaco. Riesci di nuovo a provare dolore, a soffrire per il male che ti viene fatto; la maschera che avevi portato fino ad allora te la strappi via come fosse cera calda e non hai più paura di mostrare che tu non sei fatto per quel mondo pronto all’uso, che tu non hai voglia di rincorrere la felicità, che per stare in equilibrio hai bisogno di assaporare anche la tristezza, la melanconia, l’inadeguatezza. La gente ti guarda come fossi impazzito, ma tu, per la prima volta, ti senti libero.
I punti d’arresto non sono altro che nuovi punti di partenza, in cui si involve per poi ricominciare ad evolvere. Ti permettono di raddrizzare il tiro, di mirare gli obiettivi, di realizzare sogni repressi. Col tempo però l’ardore di questi momenti comincia ad affievolirsi e tu provi a rimettere quella maschera che ti eri strappato con tanta veemenza; ma l’impressione non è più la stessa, la senti troppo stretta, soffocante. Capisci allora che per ritrovare quella vecchia sensazione di tepore dovrai costruirtene una nuova, che si adatti a quello che sei diventato, perché dai punti d’arresto non si torna più indietro.

(di Daniela Velo)