Clinomania

Disteso, affondi la faccia nel cuscino. Hai già dormito. Non hai sonno, o stanchezza, o voglia di fare. Devi affrontare l’incombere del bivio. L’assillo del dubbio che ti porta a contrapporre all’inerzia un certo senso di colpa. E non è la prima volta. Sei già stato nella stessa posizione, in un altro tempo, in un simile spazio. Eri tu, un po’ più giovane, ma confrontabile a ciò che sei adesso. Non uguale, ma approssimabile. Riposizioni il pensiero in quella situazione passata e poi torni, recuperi il possesso perso di te stesso e riprendi contatto con il piano del presente. La tua testa non si è ancora mossa, è sempre immersa in una stoffa che ti sostiene senza tacere il sospiro, che ti trattiene senza tirare alcun filo. Sei il gigante nel primo viaggio, libero dai vincoli di umani alti un palmo, a cui non dovrai dare prova del tuo animo calmo e riflessivo. È una fortuna perché non sei calmo, ma teso e ricettivo, e solo all’esterno poco attivo. Crei un altro piano, stesso spazio, altro tempo. Sei sempre tu, ma più avanti nel conteggio. Non ti sei spostato, ogni arto è rilassato e disteso, ancora schiacciato dal suo stesso peso. Senza esserti mosso hai fatto tanto, hai distrutto un incontro, un appuntamento. Ed ecco che il solo averlo considerato genera un altro piano, in cui sei in piedi, vestito e pettinato. È un altro spazio, un altro te stesso notevolmente diverso, non più riverso sul letto. Un panorama ugualmente futuribile, ma che al confronto con il precedente universo ti pare preferibile. Hai generato un giudizio, dipingendo più di una volta un mondo limitato ma diverso. Liberi il viso accaldato dall’abbraccio morbido che lo aveva trattenuto. Un movimento sincrono, concertato, ben noto al tuo corpo e quindi automatizzato, ti riporta da sdraiato a seduto. Il primo passo verso ciò che avevi immaginato e soppesato. Ti guardi intorno, metti a fuoco un quadrante, un contorno. All’interno una lancetta procede regolare, lungo un percorso circolare, ricordandoti la struttura lineare percepita del tempo. Lo stesso che hai appena creato, piegato e diviso. Mondi passati e universi futuri, tutti rinchiusi nel tuo presente. Un procedere che non conosce alcuno svincolo perché descritto da una sola sequenza, l’unica e sola che hai generato e che mai potrai generare con il tuo agire. Ed ora abbandona anche questo piano, torna ancora una volta in te stesso. Perché non eri su un letto, ma hai letto un articolo.