Due virgole simmetriche

L’altra sera, in Piazzale Roma, aspettavo clienti a braccia conserte, appoggiato al mio taxi. Mi guardavo intorno distratto, il via vai poco a poco rallentava, l’aria si faceva fresca e il chiasso si spegneva insieme al sole.

Una giovane turista, seduta ad aspettare l’autobus, inizia a piangere. I suoi occhi mi ricordano San Marco, quando dai fori sul selciato improvvisamente sale la marea: acqua salmastra che ribolle come da una ferita profonda, aperta, che minaccia di allagare tutto. Lacrime silenziose e salate lavano il viso della turista-che-piange. Quei fiotti irrefrenabili attirano l’attenzione di una turista francese lì vicino, che allarmata le chiede: “…madmoiselle, everything OK?”; incapace di rispondere, la -turista-che-piange muove le mani nell’aria, unendo gli indici traccia due virgole simmetriche e disegna un cuore invisibile. La francese sorride, la accarezza sulla spalla e capisce che non c’è altro da aggiungere, e se ne va. La -turista-che-piange continua a piangere, si soffia il naso con un fazzoletto di carta ormai fradicio, asciugare le lacrime non serve a niente. Un ragazzo in attesa alla stessa fermata si è accorto di lei: in verità la sta osservando già da un po’, con uno sguardo tra il compassionevole e il curioso.

La -turista-che-piange, sconvolta, adesso tiene una sigaretta fra due dita, e con l’altra mano cerca l’accendino frugando nella sua borsa, ma sta tremando, e trovarlo è impossibile. Allora il ragazzo si fa coraggio, e le porge il suo di accendino: “…Prendi questo, messa così il tuo non lo trovi neanche se preghi. Comunque sono sicuro che una bella ragazza come te non farà fatica a trovarne un altro… di ragazzo intendo”. Lei è forse inglese, forse tedesca, non capisce, ma i due si sorridono, e senza dire niente hanno già detto tutto.

Finalmente il loro autobus si avvicina al capolinea sbuffando, con la flemma di un grande bruco squadrato, arancione come il corallo di una capasanta. La -turista-che-piange e il ragazzo salgono a bordo e li intravedo sedersi uno accanto all’altro nei sedili in fondo.

Da giovane erano i miei posti preferiti e facevamo a gara per accaparrarceli. Mi ci sedevo con la ragazza carina conosciuta in spiaggia al Lido, al BlueMoon, agli Alberoni; storie che duravano poche settimane e una manciata di baci. Ma a quei tempi l’amore non faceva male, e per dimenticare bastavano due amici e un po’ di mare.