E ALLA FINE ARRIVA MARLOWE

Quel giorno l’ebreo, il pastore e il dottore s’incontrarono quasi all’alba. Una bottiglia smezzata di whisky era sul tavolino. L’ebreo aveva agguantato l’alcolico e l’aveva annusato per capire se fosse davvero quello che sembrava. Aveva dato un lungo e indeciso sorso, asciugandosi la bocca col dorso della mano. Il pastore e il dottore avevano osservato la scena con molto sospetto. Poi il pastore aveva alzato il sopracciglio.

– Se avessero lasciato una bottiglia quando ho conquistato l’Africa, non l’avrei assaggiata così a cuor leggero.
– Sei paranoico, pastore. Cosa c’è, la sete di potere ti ha lasciato con la gola arida?
– Bada a come parli, dottore. Se ben ricordo i sette vizi ti sono apparsi e tu non avevi capito niente.
– La redenzione non è nelle mie corde. Volevo e voglio ancora conoscere tutto. Guarda com’è finito l’ebreo, piuttosto. E osserva anche la tua disgrazia.

L’ebreo aveva riso di gusto, si era accomodato su una poltrona con la bottiglia e aveva continuato a sorseggiare il suo whisky.

– Sareste davvero una perfetta coppia da sit-com!
– Cosa vorresti dire, ebreo?
– Siete comici, altro che tragedia! Il potere e il sapere sono nulla rispetto al denaro.
– La religione ti ha dato alla testa, ebreo. Bada, i soldi non puoi portarli nell’aldilà.
– Può darsi, ma dar retta a due voci contrastanti tra loro, caro dottore, ti fa sembrare bipolare.
– Come osi? Sporco ebreo!
– Che c’è, sei razzista?
– Ti uccido, stupido tirchio!
– Ehi, calmatevi. Se arriva Chris, sarà lui a porre fine a tutto.

Il dottore si era allontanato per leggere un libro. Era tipico del suo atteggiamento calmarsi attraverso il sapere. Si era seduto con un volume di magia nera. Ripensando a quella volta con Elena, si disse che quello era stato il suo apice. In fondo aveva sempre saputo che, oltre alla conoscenza, il suo desiderio più grande era la felicità.
Le porte si erano spalancate. La luce del mattino invadeva la sala e la sagoma di Chris era sulla soglia, aspettando un cenno qualsiasi dai tre. Osservò attentamente la scena. Il pastore teneva l’ebreo per il bavero. Il dottore stava recitando un passo del Satyricon a una platea immaginaria. Gli passò accanto e quello non se ne accorse neanche.

– Signori! Ma cosa sta succedendo?

I tre alzarono il capo e smisero di fare quello che stavano facendo. L’ebreo cadde per terra. Il pastore rimase fermo come una statua greca. Il dottore restò con una mano tesa a mezz’aria, nel bel mezzo di un’evocazione.

– Dico a voi, che il diavolo mi porti! Siete mica impazziti? Oh, certo che siete impazziti. Una specie di avaro, un aspirante politico e uno pseudo-intellettuale, ma guardatevi! Siete i peggiori della vostra specie. Le ragioni per cui mi stordisco.
– Scusa Chris, questo ebreo mi ha fatto uscire di senno.
– Tamerlano, proprio da te non me lo sarei mai aspettato. Arrivare alle mani! Ma dico, siamo diventati matti? Dovresti quantomeno ricordare le tue umili origini! E tu, Barabba, pensi davvero che il denaro possa darti ciò che cerchi? Hai per caso dimenticato che la vendetta ti ha portato alla rovina?
– Perdonami, Chris. Pensando a ciò che mi ha portato qui, ho perso il lume della ragione.
– Lo credo bene! I soldi non ti rendono un uomo migliore. Fausto, per l’amor del cielo, cosa stai recitando?
– E’ un passo di Petronio, Chris. La cultura mi placa, lo sai.
– Ricorda sempre che la tua invocazione demoniaca ti ha condotto al nulla. Il sapere non sempre è salvezza. La realtà la puoi percepire soltanto attraverso i tuoi sensi. E anche voi due, non siete migliori di lui! Se non fosse per la mia piuma, sareste solo degli sconosciuti. Per non parlare di Otello, Shylock e Macbeth! Siete soltanto tre stupidi, inutili superbi.

Una tenda scarlatta si chiude, poi dei passi pesanti. Un colpo di tosse e una risata provengono da due voci diverse.

– Ottima prova, ragazzi! Ci vediamo domani alla stessa ora.