E Se Il Tempo Passa Tu Lascialo Passare

Spesso ci accusiamo di non riuscire a smettere, di non poter porre la parola fine a un vizio. Un’ultima sigaretta, un ultimo sorso di birra, l’ultima bottiglia di vino, gli ultimi cinque minuti prima di scivolare fuori dal letto.

Non riusciamo a smettere di anelare quegli ultimi momenti di dormiveglia che ci sembrano più riposanti di una notte intera, e lo sono, lo sono proprio perché siamo noi a scegliere di assaporarli, di rinunciare ad essere puntuali o in anticipo per crogiolare un altro po’ nel tepore che le coperte riescono a regalare la mattina appena svegli, quando ancora il mondo intorno a noi ci sembra sopito anche se già sveglio, ma noi non lo siamo e questo basta a fermare il tempo.

La realtà non è che non riusciamo a smettere, è che non vogliamo, non prendiamo posizione, non vogliamo sprecare il nostro prezioso tempo a prendere una scelta, ad impegnarci, a resistere. Il tempo è troppo poco per sprecarlo a imporci di cambiare, a darci dei limiti e delle regole nuove. Il tempo è troppo poco per non essere assaporato nel modo più poetico che l’uomo abbia mai inventato: senza fare niente.

È la cosa più difficile e la più evocativa. Fermi, immobili, immersi nella fermezza del nostro tempo mentre il mondo fuori continua a camminare, a gettarsi nella vita e nel traffico, nel miliardo di scelte che ogni giorno si presentano alla porta mentre noi, statici nella nostra fermezza, abbiamo dovuto esercitare una sola di queste scelte: non buttarsi la mattina nel mare di impegni. Per rimanere così, stesi sulle nostre vite a contemplare i minuti, a sfogliare il libro della nostra vita all’interno della testa, a immaginare quelle pagine che non abbiamo voglia di continuare, che non abbiamo forza di leggere sul serio, usando qualcosa che non sia semplicemente la nostra testa, la nostra immaginazione.

Ed è così che i giorni passano, che le stagioni si susseguono ed i nostri occhi restano fermi comunque ad osservare il cielo, accompagnati dal fumo dell’ennesima ultima sigaretta, dall’odore fresco dell’ennesima ultima birra, dal continuo rifiuto di portare a termine una scelta diversa che non sia non alzarsi dal letto la mattina. Perché le scelte sono difficili, perché il peso di esse si posa sul nostro cuore, e non scegliere permette di rimandare l’inevitabile, di rifiutarsi di impegnare la testa in pensieri che non siano capaci di volare semplicemente fuori dalla finestra, senza peso.