Editoriale

Anno nuovo, vita dura! Mazzate una dietro l’altra, incertezza, sigarette costosissime. L’orizzonte pensionistico che sfuma nella leggenda, nel raccontarsi dei “bei vecchi tempi”. Lahar si interroga, e vi interroga, sull’avvenire, omaggiando l’orwelliano “1984” e rilanciando la sua sfida distopica al nostro futuro prossimo. Lungi da noi il voler fare previsioni, ma bisogna ammettere che come tutti, anche noi siamo un po’ preoccupati. Di essere nel bel mezzo di uno spartiacque storico ce ne siamo ormai accorti tutti le colonne della nostra società stanno andando in frantumi come il sistema economico che hanno prodotto, e non si può non chiedersi da quale parte crollerà l’edificio secolare dell’occidentalismo. Di sicuro uno stile di vita come l’hanno avuto i nostri genitori (e che abbiamo assaggiato anche noi) non verrà più tollerato, economicamente ed ecologicamente.
Eppure le migliaia di generazioni prima di noi, pur non avendo le settimane bianche, lo shopping natalizio e le smisurate bevute nel weekend sapevano godere di una convivialità a noi sconosciuta, una capacità di vivere in branco che alleggeriva il peso delle difficoltà materiali. Saremo in grado di recuperarla?
Il vero ostacolo al “ben-vivere” (non il ben-essere post-piano Marshall) è la tristezza che l’abitudine alla “roba” ci provocherà una volta che quella “roba” ci verrà tolta. Una schiera di depressi cronici che spende il poco tempo libero ad autocommiserarsi ha poche chance di sopravvivere alle privazioni che ci attendono. Recuperiamo la complicità tra esseri umani. recuperiamo la solidarietà, non nella forma lava-coscienza dei 2€ al Darfur, ma nel più concreto supporto morale all’altro; muovendosi per il bene del gruppo, della “compagnia” se volete, della stessa famiglia.
Siamo giovani, cambieremo il mondo, ma stiamo attenti a cambiarlo in meglio. Facciamolo consapevolmente, non diamo nulla per scontato, sospettiamo delle strade facili, degli slogan, del populismo, della faciloneria qualunquista. Cambiare il mondo è una cosa seria.
Le molte voci di Lahar vi mettono in allerta: quello che avverrà dipende da noi. Il presente è stato il futuro, azione-reazione, pagheremo i nostri errori e godremo delle nostre vittorie. Perciò tiriamoci su le maniche, facciamo il pieno di buona volontà e iniziamo a scavare le fondamenta del nostro 2084!

di Tobia Munari