Editoriale – Prima di noi

Il punk che toccate e annusate su questa carta non è solo musica. Gli sono stati strappati i pochi accordi e i mitici connotati anglosassoni; l’abbiamo preso e gettato nella città che meglio di tutte ha saputo fare dell’industria un polmone vitale: Torino.
Una città fatta di lavoratori vissuti tra le Officine Grandi Riparazioni delle ferrovie, il Lingotto, Mirafiori, consapevoli di essere inesorabilmente destinati a lasciare lì dentro le loro braccia e le loro vite.
In questa lunga tradizione di costrizione lavorativa e la mancanza di alternative crearono un’opposizione sui generis lungo le strade del capoluogo piemontese: sono anni caldi quelli che si accavallano tra il ‘70 e l’80, la risposta al malessere si traduce in punk.
Lahar, come un lamento, butta su carta la cronaca drammatica di una ribellione che attacca la sua terra natale.
Una dialettica sintetizzata così: la città ha sconfitto il punk. Le armi della rivolta tornano al triste ferro operaio e l’odiato lavoro omologante diventa la via obbligata alla sopravvivenza. Fallimento della rivoluzione, sentimenti contrastanti per una provincia spietata; la discussa morte del punk.
Chiediamoci, quarant’anni dopo, dov’è finita l’eredità che ha trasceso la musica ridando notorietà ad antichi ideali e proponendo un sistema di valori alternativo. Tra le nuove fila c’è chi si dice anarchico, comunista, urla lotta continua contro loro (loro chi?), odia tutto (tutto cosa?), mette l’anfibio, ascolta musica vecchia e consumata. Certo, ci si crede fino ai vent’anni. E poi? Qualcuno tradisce i propri ideali, qualcun altro si appropria indebitamente della coscienza punk. Così il punk stesso diventa la storia masticata e sputata di chi ha fallito e di chi lo ha tradito, invecchiando, in bilico tra i compromessi e la rinuncia.

E chi lo sa se questo Lahar possa essere in grado di dare giusta dignità al punk.
È un tentativo: con uno sforzo di onestà intellettuale e paradossi temporali abbiamo cercato di ricordare che qualcuno è stato affranto prima di noi, ha combattuto lunghe lotte prima di noi, si è opposto prima di noi, ci ha provato prima di noi.
Perché il punk è prima di noi.