Editoriale

Le linee di demarcazione sono relative ed arbitrarie: lo sappiamo, ma quella della maggiore età porta con sé evidenti privilegi e diritti, per non parlare degli obblighi. Lahar Magazine con il suo diciottesimo numero diventa maggiorenne e vuole prenderne piena coscienza: ma state tranquilli, avrete già intuito che questo numero non si declina in contributi sulla conquista della patente, sulla possibilità di votare o di assumere alcolici, sui brufoli che spariscono e sul raggiungimento di un’età prima agognata e poi rimpianta.
Si tratta di storie con tematiche a tinte forti, che si fanno beffa di tabù e proibizioni di sorta. Storie raccontate in modo diretto, senza l’uso di edulcoranti; narrazioni possibili, tratte da un mondo che non concepisce l’impossibile: emozioni che vengono provate, vite che vengono vissute, quanto la mia o la vostra.
Altrettanto reali e altrettanto legittime, fino a che non limitino qualche altra storia, sia ben chiaro. Non raccontarle, girarsi dall’altra parte, far finta di nulla con ostentata nonchalance non toglierà di certo loro il permesso di esistere. Se il mondo è bello perché è vario, allora è stupendo perché sa essere perverso. La Normalità, tra le linee di demarcazione, è per eccellenza quella più relativa ed arbitraria: l’imperativo categorico e il senso comune possono continuare a fare a pugni tra di loro, fino al momento in cui la scazzottata non si trasformi in rissa e le implicazioni diventino, per qualcuno, troppo pesanti da affrontare.
Perché al nostro bisogno di mantenere una salda presa sul nostro Io più civilizzato, deve corrispondere l’impossibilità per altri di raggiungere il loro ideale di amore e piacere? È estremamente più facile additare il diverso come sbagliato, immorale, perverso o anormale, inveire in tono moralistico come se fossimo gli unici ad avere il diritto di stare sul pulpito a giudicare, piuttosto che rivolgere la stessa capacità di giudizio verso noi stessi. Perché è più comoda l’egoistica pretesa di diritti, che l’altruistico rispetto degli obblighi.
Ma voi che siete puri e casti, non avete nulla a che spartire con certa gente, con certe pratiche. Dico bene?
Provate a ripensarci quando, al sicuro nella vostra cameretta, vi starete masturbando compulsivamente, come se non ci fosse più un domani.
“Buona” lettura.

(di Eric Parolin)