El barrio loco

A Città del Messico c’è un barrio bravo, un “quartiere selvaggio”, dove difficilmente un turista metterà piede. Non perché ci sia poco da vedere, tutt’altro: è una delle zone più antiche della città, luogo di mercanti e artigiani fin dai tempi preispanici (quando il regno di Tlatelolco era alleato degli Aztechi) e fu lo stesso durante la dominazione spagnola, quando quel groviglio di strade si fece custode della cultura e delle tradizioni indigene.
Quando però si chiede al chilango di turno (così vengono chiamati gli abitanti del Distrito Federal) come si arriva a Tepito, è assai probabile che questo tenterà di farti desistere. Ti dirà infatti che “allí está la gente loca” e accompagnerà la frase con un eloquente gesto dell’indice sulla tempia.
La “gente loca”, i pazzi che abitano Tepito, altro non sono che i marginali, i poveri, in gran parte di etnia indigena, discendenti della popolazione nahuatl e per questo non di rado vittime di episodi di razzismo. Molti locali della capitale sentono infatti l’urgenza di appendere cartelli appositi dove si indica che “non viene fatta alcuna discriminazione razziale”.
Te-pi-to, sillabe e vocali pareggiate con Me-xi-co, si estende nel cuore della capitale, giusto poche vie dietro la piazza dello Zocalo. Vi abitano circa 50.000 persone e da lì provengono ad alcuni dei più celebri pugili e ballerini messicani, oltre all’indimenticato calciatore Blanco Bravo: il coriaceo centravanti della Tri per 15 anni.
Ma Tepito è anche l’area dove un culto antico e misterioso, osteggiato da Stato e Vaticano, si è preservato per secoli uscendo solo recentemente alla luce del sole. Lungo strade del più grande mercato dell’America latina spuntano infatti le statue di quella che ad una prima occhiata sembrerebbe una Vergine scheletrica; trattasi però della Santa Morte, la Niña Blanca, la Flaquísima, la Santísima. Eredità di chissà quale sincretismo tra credenze precolombiane e imposizioni cattoliche, da queste parti è lei a comandare.
Dove politici e preti non osano entrare, è la sua mano scheletrica a porgersi generosa. A differenza di loro, infatti, la Morte non fa distinzioni e accoglie tutti nello stesso modo. Lo sbandato, il drogato, il poliziotto, la prostituta, il commerciante, lo spacciatore, il corrotto, l’innamorata, il suicida. Los locos.

(di Marco Dalla Stella)