Elegia per un amore mai nato

E va bene, lo ammetto: sono stata io.
Io ho premuto il grilletto; io ti ho scagliato quella pallottola in petto, squarciandoti il cuore; io ti ho consegnato tra le braccia del nulla.
Non riuscivo più a sopportare la tua sofferenza nel sentirmi distante, le tue continue e sempre più pressanti richieste di attenzione, le urla isteriche che seguivano a ogni rifiuto.
Ho provato, più e più volte, a spiegarti come non avrei mai potuto donarti quel che così ostinatamente pretendevi da me, ma tu nulla, reagivi da bambino viziato quale, in fondo, sei sempre un po’ stato.
Mi parlavi d’amore, dipingevi il nostro futuro insieme sulla diafana e fragile tela di cui sono fatti i sogni irrealizzabili; credevi che la forza dei tuoi sentimenti mi avrebbe infine avvinta a te. Ti sbagliavi e io ho sempre cercato di fartelo capire, pacata nelle parole e nei modi; ma tu non volevi, non potevi accettarlo e così hai preso a farti man mano più irruento e pericoloso. Ho dovuto, non capisci? Dovevo difendermi e salvarmi; ho dovuto spararti prima che tu lo facessi a me.
Ti ho colpito alle spalle, è vero, e per questo ti chiedo perdono; sai bene che non avevo mai ucciso prima e, in fondo, non avrei mai davvero voluto che accadesse. Mi hai costretta a farlo e, credo tu lo sappia bene, la pressione può costringere a fare cazzate irreparabili. Ti avessi dato ciò che desideravi, avresti perfino ammazzato per me; invece è andato tutto al rovescio, ti ho negato il mio amore e alla fine ti ho anche tolto la vita.
Scusa; davvero, so che non conta nulla per un freddo corpo inerte, ma spero mi perdonerai, ovunque ti trovi ora. Se ripenso ai tuoi occhi grandi, al candore irradiato dal tuo sguardo, riesco come a sentire che l’hai già fatto. Eri gentile con tutti, sfioravi la vita con la leggerezza di una goccia di buon profumo, semplice quanto indimenticabile nella fragranza.
Ma ho scoperto, troppo tardi come del resto tutti gli altri, che il tuo superficiale velo di letizia celava un pozzo d’insondabile profondità, che a più riprese ti versava fetidi liquami nel sangue. E alla fine hai ceduto al suo richiamo, hai preso la pistola di tuo padre e ti sei buttato.
E io ti amavo, ti amo tuttora e forse sempre ti amerò; e avrei tanto voluto dirtelo, ma tu eri così distante nella tua gentilezza elargita indifferentemente al mondo intero. A volte penso che, dichiarandomi, avrei potuto salvarti, ma forse è solo il mio egoistico modo di sentirmi importante per te, pur non essendolo mai stata davvero.
Scusa.