Guerra di sogni

Vivrò col dubbio. Vivrò con l’incertezza. Mansueti, ma irritabili compagni di stanza. Nel più comune inganno amletico di sapere che la risposta delle mie domande si trova esattamente dove l’ho riposta: nelle mie paure. Perché lo so che non scenderà nessun angelo alato dal cielo portando con un gigante striscione sgargiante ad indicarmi “questa è la verità”. La sceglierò un giorno. Ma in notti come queste voglio rimanere nel limbo dell’incertezza, per ricordarmi com’era così dannatamente vivace e fugace. Come in quella parola vi fossero intrise intense quantità di piacere e paura. Non saprò mai se avrò nostalgia di quel tempo o del tempo passato con te. E non lo saprò perché non accetterò mai l’errore che ho fatto consapevolmente. Ti vorrei chiamare. Vorrei sentire la tua voce. Vorrei sentire che nulla è cambiato. Siamo solo più avanti, lungo la stessa strada. Siamo ai lati opposti, ma diretti nella stessa direzione. Ci seguiamo a distanza di uno sguardo moderno.  E allora continuerò a commettere lo stesso fatale errore. Ti terrò a distanza, sapendo che questo sogno mi farà male, perché poteva essere pericolosamente reale, e invece io ho puntato a trascorrere una vita sognante, ma non da soddisfatto sognatore.

La verità la so. La verità è che non la posso accettare. La verità è che tu sarai sempre tutto ciò che non ho fatto e che avrei voluto fare. La verità è che combatterò contro il mio desiderio più forte, perché questo non si avveri, perché ho paura. Ho paura che il sogno sperato, non sia all’altezza del sogno vissuto. Ho paura che non si avveri così come l’ho idealizzato. Ho paura. E la paura ti porta a colpire. In una guerra decidi di colpo che non ti interessa più vincere, ma che solo non vuoi perdere. Che vuoi perdere meno del tuo nemico. Il problema è che il nemico, sei sempre e soltanto tu.

di Christian Caldato