IL CARME BREVE DI ARWYN (INIQUITÀ DI IDOLATRIA)

Nell’anno del Signore 1180, in un monastero nel priorato di Carmarthen, un monaco lavorava segretamente al suo manoscritto. Egli attendeva alle faccende quotidiane del monastero assieme ai suoi confratelli, e trascorreva buona parte delle sue ore chino sulle pergamene, immerso tra inchiostri e polveri colorate. Io, Cynddelw, bardo che viaggia di corte in corte al cospetto dei principi dei regni del Galles, lo incontrai tempo addietro.

Lasciate, O mio Signore, e voi, corte tutta, che vi racconti di Arwyn e del suo segreto. 

Benché come tutti fosse ligio ai suoi doveri comunitari ed ecclesiastici, Arwyn era monaco soltanto in abito. Ad ogni occasione gli piaceva fermarsi ad ascoltare i menestrelli decantare le grandi gesta dei nostri eroi e degli dei pagani dei celti, e trastullarsi in altri piaceri che non vi sto a raccontare. Mentre si trovava per festeggiare la Pasqua del Signore nella città di Mynyw, si imbatté in un sinistro rotolo di pergamena che conteneva oscure iscrizioni.

 Lasciate, O mio Signore, e voi, corte tutta, che vi racconti di Arwyn e del suo segreto.

Così incominciò a trascrivere in gran segreto, assieme ai racconti e alle gesta di Artù, Merlino e degli dei pagani dei celti, il contenuto del misterioso manufatto. Un giorno, però, un monaco suo confratello se ne accorse.

Lasciate, O mio Signore, e voi, corte tutta, che vi racconti di Arwyn e del suo segreto. 

Il confratello, sconvolto da quelle oscenità pagane e demoniache, corse a chiamare l’abate, che ritenne opportuno mettere a tacere il monaco senza destare scandali. Decisero perciò di avvelenargli il vino, e furono date alle fiamme le pagine incriminate. Dissero poi che era morto per via di un malore, e fu sepolto nel piccolo cimitero antistante la chiesa. Del manoscritto, nessuno parlò più.

 Lasciate, O mio Signore, e voi, corte tutta, che vi racconti di Arwyn e del suo segreto. 

Nell’anno del Signore 1190, al tempo della Pasqua, essendo io arrivato per confessarmi al Signore dei miei peccati nella città di Carmarthen, vidi una sera una figura incappucciata, un monaco che vagava solo nel cortile che conduce al cimitero. Un alito di vento gelido si alzò mentre risuonavano i rintocchi della campana, e il monaco volse lo sguardo verso di me. La luna illuminava il suo volto, un volto sfigurato e putrefatto, uno scheletro violaceo corroso dalle fiamme del peccato.

 E questa, O mio Signore, e voi, corte tutta, è il racconto di Arwyn e del suo segreto, il libro nero di Carmarthen.