L’altra Faccia della Mela

Il tempo è un’imboscata. Con un dito provo a stirare la pelle sottile sotto la rima delle ciglia. Iniziano a vedersi parecchio queste rughe, penso. E il mio ovale non è più sodo come una volta, la pelle sotto al mento sembra un lenzuolo che è stato lavato troppo e male. E quei segni intorno alla bocca. Impercettibili, ma presenti.
Devo tornare da lui. L’unico uomo che abbia davvero amato. Un amore sincero, assoluto e tragico. Il mio chirurgo plastico.
Ruoto appena la testa. Occhi da gatta, quarantamila euro. Naso, ventimila. Ventimila per correggere quel becco d’aquila che mio marito amava così tanto. “Ti dà personalità”, povero stupido. Anche Iva Zanicchi se l’è rifatto. “Guarda Meryl Streep, quanto è bella”, e chissenefrega di Maryl Streep! Io voglio essere Angelina Jolie. E poi filler: fronte, zigomi e labbra. Duemila a botta.
Mi metto di profilo. Tette, due. Quindicimila l’una.
Quanto costa essere giovani, Specchio mio.
Prima non vedi l’ora di crescere, poi ad un certo punto fai di tutto per rallentare la corsa. E’ vero, il traguardo è lo stesso per tutti, ed è inevitabile. Ma in mezzo c’è l’invecchiare. Ed è brutale. Allora ti trucchi meno, per non sembrare una bambola mummificata, ti sbianchi i denti per farli brillare come proiettili ed eviti gli abiti troppo attillati.
E tutto per quella stupida ragazzina. Biancaneve. Maledetta puttanella.
Lei con i suoi capelli neri, io con la mia tinta fresca di parrucchiere. Lei con la sua pelle di pesca, io con le mie rughe tirate e la fronte liscia. Lei con le cosce sode, io con i collant contenitivi.
E suo padre non ha occhi che per lei. E quanto è bella Biancaneve, e quanto è brava la mia bambina. Una volta ero io il centro del suo mondo. Avrei potuto chiedergli il cuore di sua madre e lui me l’avrebbe portato. Adesso invece sono solo una con cui condivide il castello. Non ci sono più cene romantiche, né regali. Passa le sere su Facebook a parlare con ventenni polacche.
“Specchio, specchio delle mie brame, dimmi un po’, chi è la più bella del Reame?”
“Ahhhh, Grimilde, tutti i giorni la stessa domanda. Sient’a mme, cocca mia, te lo dico una volta per tutte. Apri le orecchie. Di questi tempi, la vecchiaia è cosa rara. Tu sì bbella come una cinquantenne può esse. Ha da esse coltivata, la vecchiaia. Difesa. Sii orgogliosa delle tue rughe, sono lo scudo contro quelli che corrono dietro alle ragazzine per sentirsi vivi, come quel fesso del marito tuo. Hai capito? Grimilde mia, mostra i capelli bianchi e le zampe di gallina. Ti difenderanno dalla stupid”. Un posacenere volante lo manda in frantumi.
Stupido Specchio, bastava mentire per farmi contenta. Perché nessuno lo capisce?