L’ingordigia

Mi ritrovo a tale evento X in una villa X a fare il parcheggiatore X. La serata si preannuncia di gran gala. Ci saranno numerose aziende che pubblicizzeranno il loro vino X, il loro gelato X, il loro speciale pane X e ne seguiranno abbondanti degustazioni come il buffet nel dopo serata. Intanto smisto le lussuose auto delle case X, X, X dal valore di cinquanta, sessanta, settanta, ottanta mila euro. Finito il lavoro, entro nella villa X. Un tal dei tali parla del gelato X, e tutto il pubblico X ascolta. Io ho fame e sete, ma mi dicono che il buffet sarà servito da tal ora X, e manca ancora molto. Mi fumo una sigaretta e osservo gli ospiti vestiti con marche X, le più pregiate. Mi sento un po’ fuori luogo, fuori serata, fuori portata. Poi, d’improvviso, i protagonisti X smettono di pubblicizzare i loro prodotti X e arrivano i piatti: gelato X, vini X, pizze X. Una gioia per gli occhi; un po’ meno per lo stomaco. Il gran gala diventa una ressa X al pezzo di pizza X alla coppetta di gelato X. Sembra che questa gente rinnovata X, snob X, dal capitale X non mangi da mesi. Finché è gratis, potrebbe pensare uno, ma i piatti non giungono a destinazione che mani X sbranano i camerieri prima che riescano ad appoggiare le pietanze sui tavoli. Per fortuna di vino X ce n’è a sufficienza, ma la pizza X è un miraggio. Dita s’avventano continuamente per prendere uno, due, tre pezzi X senza che altri riescano ad assaggiarne la crosta. Il coraggio mi manca. Le buone maniere spariscono. Tovaglioli, forchette, piattini, stuzzicadenti, lasciati in disparte. Denti X masticano l’impossibile. Attendo uno, due, tre, quatto, cinque giri di pizza X finché abbraccio un pomodorino caduto dal vassoio. Poi al sesto giro riesco ad acciuffare una fettina X; più tardi una fetta e infine ben due fette X. La pizza non è acida, è pure buona, ma l’acida ingordigia a tale gente X da gran gala ormai mi è salita. Mi bevo un bicchiere X. Guardo il gruppo X che suona ma che nessuno bada acciecato dall’avidità di avere tutto e tutto anche se è gratis. Me ne vado. E’ tardi, sono stanco e annoiato. La pizza X continua ad arrivare ma la gente X sembra non dare più peso al proprio stomaco. Torno a casa a mani vuote, così come è sempre stato per me e per nulla invidioso di dover mangiare ogni cosa solo per il fabbisogno di ingrassare, oltre il poco che basta a soddisfarmi.

(di Simone Trombin)