Motivi di un viaggio in bicicletta per il Giappone

Ci sono leggi universali e leggi invisibili: entrambe governeranno il viaggio di Sio in Giappone. Il movimento della ruota della bicicletta non è impresso direttamente dal modo in cui girano i pedali.
La catena trasmette la forza che dalle gambe del ciclista passa dalle pedivelle al pignone anteriore e, tramite la catena, a quello posteriore. La ruota posteriore è costretta al movimento dalla catena, penetrata nelle maglie dai denti del cambio. Un sistema così complesso da apparire un piccolo cosmo.
Il ritorno ciclico della primavera non deriva direttamente dal modo in cui la Terra gira attorno al Sole. La forza di gravitazione universale costringe il nostro pianeta in traiettorie ellittiche e il Sole si trova in uno dei due fuochi.
Da qui, a seconda dell’inclinazione della Terra e del posto in cui ci si trova, si percepisce un miglioramento climatico, i cui benefici generano la fioritura delle piante; ad esempio del ciliegio giapponese.
Forse per qualche sconosciuta legge universale, legata ai moti invisibili dell’anima, il mio amico Simone, detto Sio, ha deciso di prendere una bici e girare per il Giappone da sud a nord, contribuendo a suo modo a spargere la primavera nel paese di Fukushima e della Sony.
Il Giappone, come ogni luogo immaginario che si rispetti, vive dei miti raccontati dai viaggiatori che sostengono di esserci stati. Il corpo umano, come ogni altro organismo vivente, vive delle informazioni che vengono trasmesse al suo interno. Per qualche ben noto principio biologico, il cibo che Sio mangerà verrà digerito e grazie all’adenosintrifosfato le informazioni nutritive contenute all’interno degli alimenti si tramuteranno in energia, così potrà rallentare il processo entropico che avviene all’interno del suo corpo.
Sopravvivendo continuerà a pedalare in giro per il Giappone e, nello stesso momento, le storie che Sio ci tramanderà da lì diventeranno un nutrimento per il nostro spirito.
Quindi il movimento del suo corpo, grazie al moto della bicicletta, spargerà tracce di sogno dalle strade giapponesi all’internet, e miriadi di atomi si perderanno nell’ambiente che ha visto nascere il mito di Godzilla.
Se la primavera non è soltanto un progresso astronomico, allora è merito di chi produce il movimento, di chi altera le condizioni fisiche e squilibra l’armonia dell’inverno. Per fare spazio alla primavera, dunque, abbiamo bisogno di gente come Sio e della sua bicicletta.

(di Andrea Sesta)