Movie Pill

All’alba del ventunesimo secolo il nostro pianeta accoglie sette miliardi di persone; di queste quasi il 50% vive in città. Prendiamo Parigi la cui area metropolitana conta all’incirca 12 milioni di abitanti; di questi solo il 19% vive nella Ville Lumiere mentre il restante 81 % popola un mondo a parte: la periferia.

Proprio nelle periferie parigine è ambientato L’odio (1995) di Mathieu Kassovitz, una delle pellicole che meglio rappresenta il degrado che spesso regna in questi luoghi dimenticati.
Palma d’oro per la miglior regia al 48° Festival di Cannes, L’odio porta in scena il deterioramento fisico e morale dei sobborghi della capitale francese. Duro e iperviolento questo grande film  riesce a scandagliare con profondo acume e sensibilità la scomoda realtà che celano i monocromi e impersonali palazzoni popolari, metafora di una generazione senza speranze. La generazione popolare delle banlieu, che si scontra quotidianamente con una società che non li comprende e che spesso li considera stranieri nella loro stessa terra.

Anche nella composta e ordinata capitale britannica, al di fuori di quella che chiamano “the road to hell” la più lunga tangenziale d’Europa che circonda l’area urbana londinese, si estende una storica e multietnica periferia, quella della working class.
Svariati sono i film che, nel corso degli anni,  hanno raccontato questa realtà operaia. Tra tutti il capolavoro di Stanley Kubrick Arancia meccanica (1971), ma anche il recente Fish Tank (2009) di Andrea Arnold senza dimenticare, ovviamente, i lavori di registi come Mike Leigh e Ken Loach che hanno dedicato un’intera carriera cinematografica a raccontare l’Inghilterra dei margini.

A proposito di Mike Leigh un piccolo assaggio della sua idea di periferia in Tutto o niente (2001)

Meno conosciuto, ma altrettanto potente e di valore, Niente per bocca (1997) esordio alla regia del grande Gary Oldman (attore con la A maiuscola). Un film intenso e a tratti crudo che fonde la critica alla società di Trainspotting (1996) e il proletariato allo sbando di Loach. Ispirato all’adolescenza di Oldman nei sobborghi londinesi Niente per bocca racconta una realtà devastante fatta di alcolismo, dipendenza, disoccupazione e violenza ed è uno di quei lavori capaci di scuotere lo spettatore medio e di sedimentarsi nella mente.
Proprio perché si tratta di una pellicola che esula dai circuiti mainstream non è facilmente reperibile ma su Youtube ne esiste una versione sottotitolata in  italiano.

Veniamo ora all’Italia per citare una pellicola che non si può non citare se si parla di periferie.
Nel 1962 quando vennero progettate, le vele di Scampia rappresentavano il non plus ultra in fatto di alloggi popolari. Ispirate ai principi architettonici di Le Courboiser quelle sette mastodontiche colate di cemento, destinate a diventare il nuovo quartiere residenziale della città di Napoli, costituiscono oggi uno dei più tristi esempi di degrado extraurbano. Un degrado meravigliosamente cinematografico che il regista partenopeo Matteo Garrone ha saputo trasmettere al meglio nel suo Gomorra (2008).
Seguendo le suggestioni narrative di Roberto Saviano, autore dell’omonimo romanzo da cui il film è tratto, Garrone ha dato vita a un carosello di caricature che raccontano la camorra e la realtà della criminalità organizzata campana, ma ancor di più, ha saputo dare voce ai relitti delle vele che diventano protagoniste indiscusse della pellicola e simbolo del decadimento ambientale ma soprattutto sociale in cui versano alcune periferie italiane.

Anche registi come Gabriele Salvatores con Io non ho paura (2003) e Come Dio comanda (2008) e Daniele Ciprì con E’ stato il figlio (2012), oltre a una nutrita schiera di documentaristi più o meno noti,  hanno cercato di fotografare le condizioni di vita nelle periferie ed uscendo dall’Europa il numero cresce esponenzialmente: basti pensare alla miseria delle Favela di City of God (2002) e Tropa de Elite (2007) agli Slum di The millionaire (2008) e agli innumerevoli esempi, uno tra tutti Gummo (1997), di istantanee sulle degradate periferie statunitensi.

(di Micol Lorenzato)