Mai cominciarla una discussione con me sull’argomento scritto nelle stelle, perchè non se ne esce più, attacco pezze infinite in merito. Io sono proprio quella lì, che da mesi – nello specifico cinque – si spacca il cervello per cercare di capire quando è cominciato tutto questo, quando l’hic et nunc ha cominciato a girarmi così bene. Perchè la sorte mi sorride?
Oggi, tra il rap in treno e l’aperitivo, sono arrivata alla conclusione che io con la fortuna in faccia ci sono nata. E quindi? Si può semplicemente essere venuti al mondo con i geni giusti, sotto il segno – ascendente compreso – giusto e chiamarsi pari con il karma? Magari. La verità è che per anni ho lasciato trionfare la mia razionalità irrigidente, ma la svolta totale è che adesso il mio famigerato destino me lo canto e me lo suono (ove sicuramente la sindrome da stress post traumatico aiuta, ci mancherebbe). Io ci gioco, ci corro, mi ci solletico con quel destino. Allora diventa così: credere in quella invisibile scintilla di energia che tutto guida e tutto governa è il mio ansiolitico preferito. Scelgo quotidianamente di illudermi, di sottopormi volontariamente ad un magico incantesimo, quello dell’andrà tutto bene, che però – e il punto è proprio questo – funziona e a me tanto basta. Le coincidenze che coincidenze non sono, tutti i segnali che questo misterioso grande disegno mi manda e mi fanno pensare “Pazzesco!”: come è possibile?
Lo è, quando con sforzo di intuizione afferro – di rado e solo per un istante – questo: il mio destino esiste eccome, e sono io. Spoiler: l’oscuro regista altri non è che l’insieme miscellaneo e frammentato di tutte le vite che ho vissuto in 23 anni, di tutti i libri che ho divorato, delle ore di musica che mi sparo, di tutti i fumosi ricordi alcolici che ho e non ho. Tutto si è illuminato quando ho preso fiducia: inutile cercare quel momento nella memoria, inutile quindi spaccarsi il cervello, perchè imparare a credere in se stessi sta al di fuori della consueta logica spazio-temporale. Io ne sono uscita e sto bene dove sto, indietro non ci torno. Mi fido di me e di conseguenza mi fido anche di te e ti ricordo, gattino, che se non ci credi tu non ci crede nessuno.
Forse non lo sai ma ti sei creato intorno una rete di sicurezza e ti ci puoi affidare. Lasciati andare, ridi, vivi e non uscire dalla comfort zone: falla implodere.
Lo puoi fare, ma solo tu, gattino.