Nuclear beer

Finalmente arriviamo a Londra. La prima volta per entrambi. Le note di London Calling si fanno improvvisamente vive e rassicuranti nel convincerci che sarà una vacanza memorabile. Già intravedo il sudore che traspirano i muri dei piccoli pub in cui ogni sera sconosciute band, un giorno famose, suonano ammassate tra ubriaconi, fan, turisti. Lo si avverte nell’aria che qui qualcosa di diverso è palpabile per chi ama la musica, la metropolitana, quel misto di accuratezza dei particolari unito all’illegalità di ambienti malfamati e sotterranei. La voglia di divertimento è tanta e per cominciare decidiamo per una bella birra a Camden Town. Good Mixer si chiama questo pub in cui entriamo. “Two pints of beer please”, dico al ragazzo al di là del banco indicando due con le dita e con le mani la grandezza del bicchiere. Lui ci guarda e prima di spinare ci chiede gentilmente i documenti. Senza indugiare estraiamo le carte di identità col sorriso fiero di chi, fra poco, potrà dire di aver bevuto una pinta a Londra. Dopo un rapido controllo il tizio batte l’indice su una targhetta appesa davanti alla cassa. Io e Marco ci fissiamo negli occhi ancora con quel sorriso ma mutato questa volta in chi crede che sia una presa per il culo. C’è scritto chiaramente: “Vietato ai minori di 21 anni” e una birra sbarrata da una brutta linea rossa. Il mio pensiero vola all’Italia, al mio paese, dove mai avevo avuto un tale problema per bere una birra. Di anni ne ho venti e ho quella sete che vuole solo dissetarsi e non ubriacarsi fino allo sfinimento. Comprendo che sarà una vacanza di merda. Usciamo senza alzare il volto da terra e percorriamo qualche stradina desolata, fino ad imbatterci in un piccolo raduno di sconosciuti sotto ad un ponte. Ci mischiamo. Di birre ce ne sono. Ci dicono che è illegale bere fuori dai locali e sopratutto dopo una certa ora. Per questo, continuava Joe, lui e molti altri minorenni la sera si riuniscono in luoghi simili con l’alcool rubato in casa o procurato da amici più grandi. Capisco che ovunque si possa andare in un modo o nell’altro è possibile procurarsi ciò che si desidera. Beviamo con loro fino a quando lo stomaco rutta e la vescica brontola: una bella sbronza non voluta. Poi arrivano le sirene, la nebbia di qualcosa che non capisco, le immagini distorte e l’era nucleare cantata da Strummer; ma questa è un’altra storia, un altro capitolo, e dire che noi volevamo solo gustarci una birra legale in un pub di Londra.

(di Simon Trumpet)