Orlo crollo Ulisse

Ah, beati speranzosi! Un premio Nobel per l’economia li ha definiti ruggenti.
Un po’ depressi, po’ sovreccitati,
un po’ morigerati lascivi anoressici bulimici,
un po’ reality, un po’ show. Furono di tutto un po’.
In bilico sull’orlo breve viene quasi da pensare che siano davvero esistiti.
Ultime nuove, tanto per dirne un paio: il mondo si rese conto.
Smemorati, intriganti, scarso senso della realtà,
carini quanto basta e forse pure assassini: perfetti. Un’occasione di ultima
generazione.
Giovani d’oggi, questi sconosciuti in questo paese di buie cittadelle medievali dove sono ambientati un sacco di romanzi gialli e persino un thriller di John Grisham che sembra avere paura di me.
Albert Einstein ci aveva avvertito.
Che fattaccio.
Peccato, però. La fase dell’adolescenza si allunga.
Il fenomeno poteva essere inteso come indice di estrema creatività, tormentata fase della vita,
grande arrovellarsi sul senso delle cose. Produce ansie. Isolamento. Conflitto aperto. Calori. Le turbe. La carne.
Fare una brutta fine rientra nell’ordine delle cose.
Giovani d’oggi questi sconosciuti. Anni che ancora durano.

(di Valeria Rottolo)