Chi ha paura del marketing?

La prima cosa che noti è il contrasto tra la tuta arancione di Foley e quella perfettamente nera del boia. L’illusione che il boia sia un gigante è breve – la sua statura esagerata dal fatto che lì per lì non vedi le ginocchia di Foley.
Metti a fuoco poco per volta: il cielo azzurro in ogni direzione, il coltello nella mano del carnefice, il logo di ISIS in alto a sinistra. Nel 21esimo secolo i terroristi depongono le scimitarre. Tale spada, enorme e simbolica, è l’emblema di una violenza lontana che non tocca il mondo occidentale. Così, nei video rilasciati da ISIS, le decapitazioni avvengono con una lama dalle dimensioni ridotte – un coltello forse poco indicato per tale pratica, il cui messaggio è però chiaro: Noi siamo il nuovo. Nascondiamo in tasca quest’arma per raggiungervi ovunque.
La swastika e Hitler, le camicie nere e Mussolini, i font aggressivi – la storia ci insegna che partiti politici e multinazionali giocano sullo stesso livello e non vi è differenza tra propaganda e pubblicità. Vi siete mai domandati come mai gran parte delle catene di fast food utilizzi schemi cromatici incentrati su rosso e giallo? McDonald’s, Burger King, eccetera. Non sono colori tranquilli. McDonald’s non vuole che vi sediate comodi – vuole che compriate e vi leviate di torno. Mescoli rosso e giallo e hai l’arancione, un colore simbolico per molte culture. Per i buddisti, ad esempio, rappresenta la rivelazione. Nel mondo occidentale moderno è legato alla sicurezza. E’ il colore dei coni del traffico, delle scatole “nere” sugli aerei e dei giacchetti di sicurezza. L’arancione è il colore che l’occhio umano riconosce più facilmente in condizioni di scarsa visibilità. ISIS vuole alterarne il significato e convincerci che nessuno è al sicuro. Molti si sono rifiutati di vedere i loro video, ma abbiamo tutti intravisto la tuta arancione sui giornali o sul web. Nelle nostre menti la tuta, il coltello, il boia, sono fusi in un’unica immagine. Un’icona.
Negli anni duemila, il volto di Bin Laden era l’icona di Al Qaeda. Un’icona però incapace di evolversi: le torri crollano una volta sola e Bin Laden è morto.
ISIS, invece, può ricreare il video di Foley quante volte vuole. Anche cambiando i protagonisti, la tuta arancione sarà ogni volta riconoscibile. Creare icone e renderle virali è l’attuale definizione di marketing e ISIS punta a essere la multinazionale del terrorismo. Costerebbero meno i prossimi iPhone se nessuno comprasse il 6?

(di Flavio De Feo)