Pink Sesso

Ti svegli una mattina e sei vecchio. Sul cuscino ti ritrovi una quantità di peli da far rabbrividire LEAL, LAV e qualsivoglia lega contro la produzione di pellicce; donare il tuo 5×1000 a Cesare Ragazzi non ha portato ad alcun risultato soddisfacente. La cosa peggiore è che accade tutto in fretta, non te ne rendi conto. Vai a letto con il timbro di una discoteca sul dorso della mano e ti risvegli con un’artrosi che ti nega l’opponibilità del pollice. Ti alzi dal letto, non prima di esserti spruzzato mezza tanica di Svitol tra femore e tibia. Arranchi verso il bagno, ti guardi allo specchio. Ma quali zampe di gallina? Ai lati degli occhi hai pure la coscia del pennuto. Alla cacciatora, magari. Saltata in padella con pomodoro, Cabernet e rosmarino. Deliziosa! Figata, hai perso un quarto d’ora davanti allo specchio ed arriverai tardi a lavoro. Il ticchettio della tua caviglia calcificata ti accompagna fino alla fermata dell’autobus; ne perdi uno perchè non hai la forza di correre. Sali sul tanto agognato mezzo pubblico, ti siedi su quel posticino riservato agli invalidi, guardi fuori dal finestrino unto e brontoli qualcosa di incomprensibile contro quei ragazzini dell’ultima fila che urlano tanto. Di colpo, come quelle fitte lombari del tardo pomeriggio, un’illuminazione. Vivere una seconda giovinezza! Del lavoro te ne fotti, e ti dirigi di gran fretta (nei limiti del ragionevole) verso quel negozietto di cui hai tanto sentito parlare. Ore ed ore nel camerino, una commessa che cerca in tutti i modi di farti desistere ed un solo obiettivo: colori sgargianti. Alla faccia di chi ti crede fuori dai giochi, te ne esci dal negozio con un paio di jeans bianchi, una camicia rossa rigorosamente con tre risvolti sulle maniche e, chiaramente, un paio di Nike argentate che non esistono nemmeno in catalogo, le fanno apposta per quelli come te. Alla sera esci con qualche amico, fai le ore piccole e ti imponi di divertirti. Alle quattro del mattino ti ritrovi a litigare con un paninaro: “No, il panino con stracchino e prosciutto cotto non lo facciamo!”.

Niente da fare, stai soffrendo più di prima. Eppure, quando vent’anni ce li avevi davvero, ti veniva così naturale; essere giovane era semplice! Per quanto ti sforzi, invece, ora non riesci più ad esserlo. Ti attacchi con le unghie e con i denti a quell’ingannevole convinzione di poter vivere una seconda adolescenza, l’illusione di poter cambiare il ciclo della vita: nascere, crescere e poi crescere un po’ troppo. Forse dovresti ammettere che il plantare ergonomico ti fa stare meglio, ammettere che il tuo Arnese ormai risente della forza di gravità e non lo tireresti su nemmeno in sottovuoto spinto, ammettere che le cose sono cambiate e non ci sono più le mezze stagioni. Tutto sommato la chiave della felicità sta nell’apprezzare ciò che la vita ti offre. Accettarlo ed apprezzarlo. Siediti ad un bar, ordina una China Martini e poniti un solo ed esistenziale dubbio: “Chi ha in mano l’asso di denari?”.

 

A cura di Diego Pontarolo