PSYCHÉ

Ho comprato il costume da bagno, la cuffia e gli occhialini ma so che in piscina non ci andrò. Ho ricomprato un violino da pochi soldi, che non suonerò. A volte distesa nel letto, guardando il soffitto, mi sembra di essere nell’unico posto possibile. Durante la settimana mi muovo, avanzo per compiere obiettivi prefissati: un master scelto un po’ a caso, pur di scegliere, pur di non restare nel vuoto; uno stage che è arrivato da solo; una convivenza che lotta per sopravvivere. Peggio del desiderio e del bisogno è la mancanza di entrambi. L’accidioso, l’annoiato, l’indolente, il depresso sono disprezzati, insultati, compatiti, come se il confronto con un essere vivace, energico potesse restituire il vigore. Ma una volontà spenta ha perso la miccia, che deve essere ricostruita, e l’essere inerte vorrebbe farlo da sé. Nel buio dell’autocommiserazione l’accidioso non si giustifica, si detesta, cerca di spronarsi, la sua mente vaga frenetica alla ricerca di stimoli fino a scontrarsi con l’Angst. Nel silenzio della solitudine si sente preda del suo Io e ricerca contatti esterni, ma quando è circondato dagli altri esseri umani il suo tempo è limitato: consumato lo scambio superficiale, le parole che avevano disegnato progetti nell’aria ricadono a terra prive di senso. Allora ritorna al proprio rifugio dove l’immobilità sembra l’unica azione onesta. Di tutte le cose che potrebbe fare, di tutte le forme che potrebbe prendere, l’accidioso non ne riconosce più alcuna. Oscilla tra l’accettazione del suo essere informe e il bisogno di determinarsi. Ma sentendosi come un’attore o un ciarlatano che recita parti non adatte dentro costumi scomodi, alla fine preferisce attendere. Il suo corpo vive, a volte si trascina, altre corre compiendo ogni giorno piccole scelte, ma non percepisce una mutazione. Osserva i brandelli di un’esistenza che vuole ricucire con la passione, ma il tessuto si sfibra al passaggio dell’ago. Forse gli manca la tecnica o forse non sono stoffe ma illusioni effimere che cerca di ricomporre.

Chi sei? Cosa fai? Dove vai? Cosa vuoi? Perché non sai più amare? Perché non rischi? Di cosa hai paura?

Come definisco chi sono senza poter dire cosa faccio? Dove vado se non so perché? Come posso amare senza obiettivi? Come posso rischiare se non so per cosa? Come sconfiggo la paura se non ha un volto.

Non saper rispondere a queste domande è come non esistere?