Radix vel colere

Razza, termine ormai desueto (lo è anche “desueto”) e retaggio di concezioni popolari e scientifiche, nate in quella parte del Novecento, in cui si reclamava l’appartenenza ad una Razza come legittimazione egemonica sulle altre.
La Mia Razza, la Tua Razza, la Sua Razza, la Nostra Razza, la Vostra Razza, la Loro Razza. Concezioni appunto Razziste che troviamo nei libri di storia o in alcuni manifesti di anacronistici gruppi estremisti. Ma è veramente così? Il significato di Razza come lo era in quella prospettiva appartiene veramente al passato?
A mio parere la risposta è affermativa, ma il problema è forse che, per una volta non è il significato nell’uso di un termine a cambiare, ma è il termine stesso che muta mantenendo però il significato del termine precedente.
Ma qual è questo termine? È Cultura. Se il termine Razza giustificava una prospettiva di diversità a livello genetico e di evoluzione naturale, ora il temine Cultura giustifica una prospettiva di diversità a livello di origine e di evoluzione sociale. Non ci prendiamo nemmeno più la briga di iniziare una fittizia ricerca di evidenze empiriche (e forse chimeriche), per giustificare la creazione di gerarchie, e assunti deontici o etici, basta semplicemente dire: «la Sua Cultura non rispetta i diritti delle donne», «la Mia Cultura discende dagli antichi…», «è la Loro Cultura che li fa comportare così». Chiediamoci ora: “Che cos’è la Cultura?”. Io e Sant’Agostino daremo una risposta del genere: “Se nessuno mi interroga lo so. Se volessi spiegarlo a chi mi interroga non lo so”. Una risposta che è tutto ed è niente. Ma è tutto e niente se non quando non iniziamo a discuterne. La Cultura di fatto non esiste, sono gli individui a generarla, nel loro uso del termine, nella retorica del termine, il quale, oggettivando i nostri discorsi, ci permette di vedere la Cultura. Possiamo ora chiederci: “Chi ha mai visto la Cultura? Chi ha mai visto due o più Culture, incontrarsi o scontrarsi?”. Sinceramente io no. Ciò che ho visto sono sempre stati individui e persone. Dire che le Culture non esistono è senz’altro un affermazione provocatoria, e di provocare (dal latino prōvŏcāre, chiamare fuori, sfidare, eccitare, stimolare) è qui l’intento.
Esiste la Cultura Occidentale? Esiste la Cultura Europea? Esiste la Cultura Italiana? Esiste la Cultura del Nord (o del Sud)? Esiste la Cultura regionale? Esiste la Cultura di una città? Esiste la Cultura di un paese? Esiste la Cultura di un quartiere? Esiste la Cultura di una famiglia? Se nessuno mi interroga lo so. Se volessi spiegarlo a chi mi interroga non lo so.

(di Florinda Bolkan)