Rituali

ANTIPASTO
La pioggia di Groeningen aveva smesso di sembrare romantica da un pezzo. Sul divano ansimanti e avvinghiati l’uno all’altra, le loro lingue si cercavano, trovavano, univano, leccavano. Tra un bacio e l’altro si morsicavano, toccavano, assaporavano. Gli assaggi aumentavano la loro fame. Lei lo aveva preso per la gola; in senso figurato, anche se in effetti al momento le sue gambe erano saldamente annodate al suo collo. Avevano un accordo, sesso etnico in cambio di cibo etnico: Maartje adorava mangiare. Le soddisfazioni del sesso lo interessavano sicuramente meno di quelle procurate dalle papille gustative e dalle gioie della digestione. Per lei era esattamente il contrario. E lui aveva un irresistibile fascino nordico. Gli aveva proposto un equo scambio. Dopotutto, ad entrambi piaceva gustare le gioie della vita.

PRIMO
Maartje le ansimava sopra, dondolandosi lentamente al suo interno. Avrebbe preferito che non fosse così rumoroso. Le piaceva prendersi il suo tempo, godere fino all’ultimo boccone, concentrarsi, rilassarsi. Pensando alla sua ossessione per il cibo, dovette constatare che come nel sesso la fantasia e il godimento sensoriale erano votati alla ricerca del Piacere. Si abbandonò alla sensazione di calore che si diffondeva in tutto il corpo. “Gaat het goed?” le sussurrò ansimante, lei emise un gemito in risposta. Sesso e cibo: da sempre l’ancora dell’umanità, la ragione per cui l’uomo vive, sia fisiologicamente che psicologicamente. Due dei massimi piaceri universali della vita. O due terribili peccati?

SECONDO
Ora era il suo turno di ansimare sopra di lui. Lo cavalcava lentamente, con movimenti progressivi. Lui gemette, lei lo zittì, voleva concentrazione. Dov’era rimasta? Già, al peccato. Preti. Il boccone del prete. Gli strozzapreti, eh, prima o poi qualche ingordo in tonaca ci si sarà soffocato per forza. I primi tra tutti i peccati che si concedevano senza troppe remore. Ma secondo la mitologia nordica il cibo era profondamente legato alla vita e alla morte. E fiumi di inchiostro erano stati versati in elogio al cibo e al sesso, la letteratura era piena di esempi chiamati capolavori. Nulla esaltava, incuriosiva e interessava di più l’umanità. L’etichetta ‘peccato’ era stata appiccicata da individui invidiosi incapaci di godere serenamente della vita. Nessun peccato, solo gioia per l’esistenza. L’importante era sapere quando fermarsi: dopo il dessert, naturalmente.

DESSERT
Il ritmo era accelerato, c’erano quasi. Ansimando chiusero gli occhi. Il sesso, come il cibo, aveva molteplici varianti e sfaccettature. Poteva essere consumato in qualsiasi posto, con calma o in fretta, gustando o ingurgitando selvaggiamente. Poteva essere poesia, arte, piacere condiviso o solitario. Gettò indietro la testa, quello del dolce, fugace, era il suo momento preferito, ed era arrivato.

SIGARETTA.