Sabato nella città

Anamnesi.
Ho la vescica piena. “Bevuto troppo?”, penso tra me e me? . Però quella birra scura dal retrogusto fruttato alla ciliegia era proprio… rilassante.
“Fsssshhh…..Fsssssshh”. Sorrido come Charly quando mi vede arrivare a casa.
“Ffsssssshuh….Fffffffuhhhh”. Rispondo io.
“Weee ciao nonno, come stai??! “. Era da giorni che non lo vedevo… mi mancava.
Farfuglia ‘paciolando’ qualcosa con la bocca sporca di vin rosso e mandorle di Sicilia.
“Oooh con la pancia piena si ragiona sempre mejo!!”
“Allora nonno andiamo a berci un vin brulè tra poco?”; …. Èè troppo concentrato nel mangiare, meglio riprovarci più tardi.
Lo ascolto, lo aiuto a tirar fuori le parole di bocca come faceva la Maestra Rosì alle elementari con me all’interrogazione di storia. Sono felice. Mi sento veramente bene. Libero la mente e tras-corro il tempo accanto a lui.
Ora sto scendendo piazza Garibaldi illuminata come non mai dalle luci natalizie. Ascolto il battito delle mie scarpe sulle lastre di pietra… è un suono epico. Osservo liberamente qualsiasi cosa senza dare peso o significato a niente e a nessuno. L’aria è densa di odori e profumi inebrianti. Assaporo con gli occhi e con la mente.
“Ragazzo!! Una mozzarella fresca fresca per stasera? Dai, su, ti regalo anche un arancino!”
Mi fermo ad una bancherella, inizio a toccare una sciarpa e poi una pantofola da casa rivestita all’interno di lana. Penso. La nonna me le faceva sempre per natale, devo vedere se ne è ancora capace.
… “Le mani registrano e misurano il battito della realtà vissuta.”….
Ho ancora voglia di parlare.
Stanco della della solita trecentoventicinquesima giornata mi ritiro in camera e inizio un rito, inizio a disegnare: cerco di vedere con le mani, disegnare con gli occhi e di toccare con la mente (mi piace far mie le citazioni altrui). Il disegno non si capisce, anzi, lo capisco solo io. Flusso di coscienza o di conoscenza? Comunque sia mi relaziono con il “mondo”.
Esperienza. Memoria. Conoscenza. Coscienza. Immaginazione.
“Dov’è la vita che abbiamo sprecato vivendo?
Dov’è la saggezza che abbiamo perduto nel conoscere?
Dov’è la conoscenza che abbiamo smarrito nell’informazione?”
Attraverso le parole, guado e navigo faticosamente il fiume virulento del tempo. Mi sono appena svegliato, è sabato e sono eternamente felice.