Scar tissue

La sera stendeva le sue lunghe ombre per le strade di Cork. L’ultimo sole della giornata si insinuava tra i capelli di Alice, mossi dalla brezza del mare, e le cristallizzava l’ennesima lacrima sulla guancia.
Ne aveva il viso segnato, di lacrime; scendevano come acido, scavando cicatrici profonde che lei provava a nascondere sotto il suo trucco indossato come una maschera. Il viso e il cuore erano sfregiati da centinaia di cicatrici. Solo i suoi occhi, grandi occhi azzurri, sebbene segnati dall’insonnia, mantenevano quella fredda passione di chi sapeva amare.
Era la vigilia del grande giorno.
Domani la sua vita sarebbe stata stravolta, tutto sarebbe cambiato per sempre. Non sapeva cosa pensare, cosa dire: non sapeva più parlare, le parole erano tante, troppe, si affollavano e si bloccavano in gola.
L’aria fredda le ricordò che si faceva tardi e rincasò. L’indomani si vestì, passò in cucina e si riempì una tazza di latte freddo e cereali. Se ne andò in bagno e si sistemò il vestito, il trucco e i capelli, in fretta: era tardi. Un ultimo sguardo allo specchio e poi via, di corsa, verso la chiesa. Arrivò con il cuore in gola, con gli occhi sbarrati, terrorizzata dalla verità, ansiosa nella speranza.
La navata centrale, invasa dalla luce rosso sangue che filtrava dalle vetrate colorate, aspettava, mossa da un fremito di aspettativa, il momento dell’arrivo della sposa. L’organo intonò la marcia nuziale e la sposa sorridente, a fianco del commosso padre, si avviò verso l’altare, verso il suo futuro marito.
La musica s’interruppe in una debole eco, le lacrime dei genitori ricominciarono a scorrere: “Ora può baciare la sposa”. Lo sposo gettò un’occhiata ansiosa verso il fondo della chiesa, poi tornò a guardare la moglie sorridendo, alzò il velo e… quello che avvenne dopo Alice non lo sapeva. Non poteva saperlo: aveva chiuso gli occhi, era corsa via, fuori da quella chiesa di persone sconosciute. Via da tutte le bugie, via da tutte le false promesse di un uomo che l’aveva ingannata. Via da colui che le aveva giurato eterna fedeltà e che ora stava sposando altri occhi. Via da quegli occhi neri, calcolatori, subdoli, troppo diversi dai suoi. Oscurità contro luce, meschinità contro innocenza, nero contro azzurro.
Era corsa via, con il dolore che le bruciava nelle vene, in quella giornata di maggio. Era corsa via, senza sapere dove andare, le bastava essere il più lontano possibile. Con quei suoi bellissimi occhi azzurri, bagnati di lacrime, lei correva.

(di Luca Baggio)