Senza controllo

Ci alziamo, beviamo il caffè di corsa come se il traguardo della vita possa venire superato già alle otto del mattino. Scappiamo di casa quasi i nostri pensieri ci volessero relegare tra quattro mura impenetrabili. Scappiamo dal vuoto, ossia dal nulla. Cerchiamo di dare un senso alla nostra giornata nei modi più svariati: chi non si vuole arrendere alla routine raggiunge il luogo di lavoro sempre con un mezzo diverso, chi osserva gli altri dalla fredda caverna del suo corpo, chi conoscendoli cerca di scoprire sé stesso. Dunque, già per il solo fatto che facciamo qualcosa della nostra giornata, sarebbe impossibile dire che esista il nulla. Perché se fai qualcosa, quel qualcosa è, e non può non essere.
Tuttavia un tempo Aristotele scrisse che “l’uomo è un animale razionale”. Questa frase può avere due significati: il primo è che l’uomo dovrebbe essere considerato superiore agli animali perché dotato di intelligenza; l’altro che la presunta superiorità dell’uomo cessa di esistere quando la belva che è in noi (siamo “animali…”) strappa con i denti del furore l’inerme logos. Ed è proprio in questo secondo caso che abbiamo il manifestarsi del nulla: quando questo arriva e ti colpisce con la veemenza di un tornado. Assorbe tutta la tua razionalità in una spirale di timore, terrore e impotenza; così ciò che rimane è l’animale-uomo, spogliato di tutte le sue corazze e lasciato carponi nel gelo di una tormenta.
Ma come ci si può rialzare se si è portati a credere che il tutto è nulla? La risposta convive con l’origine del male: noi stessi. Nel momento in cui non ci arrendiamo e mettiamo alla prova le nostre paure, esercitiamo quella parte razionale che ci differenzia in positivo, rendendoci cacciatori e non prede del nulla.

(di Roberto Zagarese)