Tic tac

Non ne ho mai abbastanza di te. Eppure, quando ci sei, avrei voglia di ammazzarti.
Ci sono stati momenti in cui sembrava che tutto procedesse come da copione. Regolare. Come la batteria di Axis: Bold as Love. Poi, è stato sufficiente uno sguardo, un sorriso, per farti inciampare. Proprio lì, di fronte a me. Hai perso il ritmo e sei rimasto immobile. Sì, perché anche tu, Tempo, subisci l’inevitabile fluire degli eventi. Rallenti la corsa quando sto facendo qualcosa che non sopporto e rimani sospeso nei miei colpi di fulmine. Occhi negli occhi, e tutto il resto è fermo.
Le foglie nell’aria, l’uomo che fa jogging e si pietrifica a qualche centimetro da terra, il cameriere del ristorante che non si muove più. I lenzuoli appesi al terzo piano, immobili anche loro.
Poi riprendi a correre come un pazzo, durante i primi baci. E quasi mi dimentico di te, con le promesse di eternità. Ho sperato che mi fossi amico quando sono stata lasciata con un messaggio.
Zoppichi con la nostalgia quando arriva il freddo, con il suo cappotto nero. Che sembra siano anni che non esce il sole.
Ho infilato ricordi nel portafogli mentre tu fai il tuo corso. La vita è insensata e una volta che sei passato non torni più.
C’è anche chi vorrebbe darti un costo. Il tempo è denaro, mi ripete il mio capo. Ma non è vero. Chiedi ad un contadino, quanto vali. Lui ha pazienza. Sei un amico dei campi lasciati a riposare. A ogni maggese che ritorna, prometti nuova vita.
Tempo determinato, tempo indeterminato. Per te si lotta, si piange, si perde il sonno. Quanto a me, se potessi acquistarti al supermercato, lo farei. Vorrei tenerti lì, chiuso in dispensa, per poterti utilizzare quando mi va. Una spolverata su quel viaggio in Toscana. Un cucchiaio sciolto nel caffellatte, la mattina prima dell’ultimo esame. Un pizzico, quella notte a parlare in macchina.
Poi un po’ lo regalerei. Mezzo etto alla mia amica, che vorrebbe un figlio e sente il tictac dell’orologio biologico. E un chilo a mio padre, per spalmarlo sue rughe e sulle mani ruvide.
Stasera cammino sotto la meridiana e un cartello avvisa: “Prendi il tempo, se no ti prende”. E allora io il tempo me lo prendo e continuo a camminare. Fa freddo, ma non importa.
Buonanotte, adesso. Grazie per il tempo dedicatomi. Tolgo l’orologio e non ti penso più.