Tre per una: l’amore vince, il tabù perde

I comportamenti che deragliano dal percorso tracciato dalle convenzioni, sono sempre difficili da comprendere. Si prestano a congetture di ogni genere: ad approvazioni o a riprovazioni radicali nella loro cieca sicurezza. La convinzione di essere nel giusto ci porta a catalogare gli atteggiamenti altrui senza analizzarli nel profondo, basandoci esclusivamente sulle apparenze, su quella prima impressione fallace per antonomasia. Esecrare con crudele decisione o deridere sguaiatamente. Due estremi di una stessa visione del mondo fatta di presunzione e paure; dove la presunzione è essenziale per sconfiggere, o quantomeno arginare, quelle stesse paure.
I tabù legati al sesso, per esempio, ci accompagnano da sempre. Riusciamo a conviverci soltanto trincerandoci dietro una ferrea omertà o un’artefatta ilarità. Davanti agli altri, dobbiamo recitare la parte di quelli emancipati che sono perfettamente consci di trovarsi a vivere nel XXI secolo e che, dunque, non si lasciano sconvolgere da certe cose. Ma quando ci troviamo da soli con noi stessi – la sera a letto prima di addormentarci o immersi nella vasca da bagno, insomma, in quei rari ma preziosi momenti di sincera introspezione – proviamo sconcerto e meraviglia, insicurezza e, forse, anche un po’ d’invidia.
G. è una donna bella ed elegante, felicemente sposata da oltre vent’anni, madre accorta e collega puntuale. Ma G. ha un segreto, una seconda vita. L’ho scoperto per caso, grazie a un annuncio postato su un sito d’incontri. L’ho riconosciuta dalle foto nonostante avesse il volto parzialmente censurato.
«Vorremmo essere contattati da un trio (m/m/m) per mettere Lei al centro delle attenzioni e condividere momenti di piacevole divertimento».
Tra le foto presenti nel profilo, ve n’è una che testimonia, al di là di ogni ragionevole dubbio, la serietà della coppia. La foto ritrae G., con indosso soltanto calze e guepiere, a cavalcioni su un uomo nudo, mentre un altro la penetra da dietro tenendole una mano poggiata sulla spalla e un terzo la fronteggia per consentirle di prenderglielo in bocca.
Come giudicare il comportamento di G. e di suo marito? Il modo migliore per non comprenderli, sarebbe quello di etichettarli come “troia” e “cornuto”. Io, dopo attenta e intima analisi, ho capito che per vivere il sesso con tale e tanta libertà non possono che essere una coppia profondamente unita e innamorata. Hanno sconfitto il tabù e desacralizzato il sesso grazie l’amore. Hanno vinto e se la godono.

(di Danilo Cucuzzo)