Un Halloween indimenticabile

Quando arrivò alla fine delle otto rampe di scale, senza fiato e con un solo occhio truccato, Alice si chiese se ciò che era appena accaduto fosse reale o solo frutto di malsane suggestioni. Non provò nemmeno a pizzicarsi il braccio, sapeva che non stava sognando. Guardò la sua amica dai capelli biondi, che le sembravano stranamente più lunghi e splendenti del solito, e con le lacrime agli occhi le urlò: «Ti prego, usciamo di qua».

Si stavano preparando per un party di Halloween: avevano scelto lo stesso travestimento da Mia Wallace, comprato le parrucche nere e le camicette bianche. Si guardavano complici, niente avrebbe potuto rovinare quel momento di quotidianità e gioia. O almeno così pensava Alice prima di cominciare a sentire degli strani rumori provenire dalle altre stanze dell’appartamento, abitate da una silenziosa ragazza tedesca dalla pelle bianchissima e da un indonesiano dai modi troppo affabili. Dapprima qualcosa di indefinito – «sarà la finestra che sbatte, c’è vento» -, poi un suoni sempre più netti – «sembra che qualcuno stia tirando dei pugni sul muro». Il clima nella stanza era cambiato, la musica allegra e le risate avevano lasciato il posto ad una sorda inquietudine. Provarono a fare finta di niente ma i rumori si facevano sempre più insistenti e la paura concreta. Improvvisamente udirono un boato fortissimo, un lamento meccanico, l’inconfondibile suono di una motosega.

Pochi momenti dopo si ritrovarono per strada. Erano sole e spaventate in un paese straniero in cui non conoscevano nessuno ed era già notte fonda. Non potevano restare lì, le avrebbero raggiunte. Decisero di andare alla festa, dove sarebbero state al sicuro.

Entrate nella stanza enorme, rumorosa e scura, Alice si rese conto dello sbaglio commesso: si ritrovò circondata da maschere grottesche, mostri, teschi, sangue. Era in preda ad una furia allucinatoria, si sentiva osservata e perseguitata, convinta di vivere gli ultimi istanti della sua esistenza. Nel momento esatto in cui i brividi stavano per farle esplodere la testa e gli occhi, si girò per cercare lo sguardo della sua compagna. Lei stava ridendo. Una risata felice e macabra, un suono familiare e allo stesso tempo estraneo, rassicurante e agghiacciante.
«Alice volevo farti vivere un Halloween indimenticabile, dici sempre che è la tua festa preferita. Era tutto uno scherzo, ora torniamo a casa».

Nella notte Alice guardò la sua amica e pensò che dormire in quella stanza con lei affianco non sarebbe più stata la stessa cosa.