Uomini caldi

Uno a zero per noi. Le zecche si sono rintanate nei loro sudici rifugi, nei loro seminterrati, nei loro patetici edifici okkupati. Sì, perché lo scrivono così, con la kappa, e si dicono studenti. Zecche. Altro che studenti, sono solo luride zecche e nient’altro. Da ieri ce n’è una di meno e oggi Genova è un posto un migliore, più pulito. Uno stramaledetto labirinto pullulante di zecche comuniste, certo, ma migliore.

Mi preoccupano solo quei sedicenti giornalisti, antipatriottici che da giorni sputano sulla nostra divisa. Dicono che usiamo violenza ingiustificata contro i manifestanti. Ma che ne sanno, loro, della violenza? Che ne sanno loro di cosa significa dover starsene là, impalati, a prendersi gli insulti e gli sputi delle zecche senza poter reagire. Aspettare. Accumulare. Guardare a terra e stringere i pugni fino a sentire il cuoio dei guanti sfrigolare. Almeno finché non arriva il segnale tanto atteso, quello della carica. Ah, la carica. L’altro giorno ce n’è stata una memorabile. Appena ne ho avuto uno sotto mano ero così furioso che gli ho spezzato la gamba con un colpo solo, secco, col manico del tonfa xl che ci ha passato il Fede sottobanco. Urlava “sono un medico”, quella zecca schifosa. C’ha pensato il Mario a zittirlo, un calcio dritto in bocca e poi la zecca là a raccogliersi i denti dal selciato. Ma cosa ne sanno, i giornalisti, della violenza.

I colleghi che hanno accoppato la zecca in piazza sono stati abbastanza svegli da spaccargli con un sasso la fronte. Giusto là, dove il proiettile era entrato per fargli esplodere il cervello (non pesavo che le zecche ne avessero uno). Se tutto va bene sembrerà un incidente, magari causato dagli stessi suoi compagni. T’immagini? Ho saputo che si son fatti anche un giro in auto, sopra la zecca. Che peccato non poter esserci stato, per mettere un po’ più di peso a frantumargli le ossa!

Ora devo lasciarti, dicono che stanotte ci sarà da divertirsi. Andiamo alla Diaz, la scuola che quelle fecce usano per pianificare i loro attacchi e a me hanno dato un compito di responsabilità. Probabilmente non ce ne sarà bisogno, ma se le zecche dovessero far sparire l’arsenale che nascondono toccherà a me intervenire. Tre giorni fa abbiamo requisito due molotov a dei balordi e io farò in modo che sembrino provenire dalla scuola. Così anche i giornalisti avranno di che parlare, e nessuno baderà troppo alle mascelle rotte. Il superiore ha detto che appena le acque si saranno calmate avrò una promozione per questo.

Ti amo.