Veni, Invidi, Vici

Sono fiero di essere invidioso. Smettiamola di giudicare male chi invidia, l’invidia è un sentimento intimo, nobile, che spesso ci fa tendere ad essere persone migliori. Invidiare è qualcosa di squisitamente umano è sintomo di una collettività che si ispira a dei valori è il motore che spinge al miglioramento, se non invidiassimo chi è più “invidiabile” rimarremmo bloccati nella nostra condizione di “invidiosi” per l’intera vita, invidiare aiuta a superare l’invidia finchè questa non diventa deleteria per noi stessi ma allo stesso tempo genera ulteriore invidia sotto diverse forme che ci fanno sempre tendere a qualcosa di migliore, di diverso. La speranza è l’invidia dei passivi di chi si augura un cambiamento pur rimanendo immobile nella sua comfort zone. L’invidioso è malvisto perchè rappresenta una minaccia per l’invidiato che si sente migliore e irrangiungibile crogiolandosi in questo divario che li separa e che può essere colmato soltanto invidiando. Quello che vorrei dire è che l’invidia è connaturata ad una società nella quale la ricchezza è maldistribuita, è un Giano Bifronte che deve essere temuto da chi lo fomenta e agognato da chi lo ripudia. L’invidia è figlia del capitalismo, può anche darsi può anche darsi che sia generata di proposito dal sistema come una sorta di meccanismo di controllo, come “oppio” per direzionare i comportamenti delle masse verso qualcosa di comunemente “invidiato”, prescelto e quindi più governabile, ma può anche servire, se coscenziosamente percepita, come un mezzo per tendere all’assottigliamento della forbice sociale. Chiaramente il discorso regge rispetto al profilarsi di due senari opposti, ad esempio se la tensione sociale assume un carattere positivo e propositivo l’invidia potrebbe fungere da meccanismo propulsivo per generare una “race to the top”, a maggior ragione se la tensione sociale assumesse un connotato negativo la nostra invidia sarebbe la base per far scaturire la voglia di rivalsa sociale e la rabbia che contribuirebbe alla distruzione dell’architrave su cui poggia il peso delle disuguaglianze, anche in maniera violenta, perchè no?