Waltzop.69

Per far sì che la mia vita sia al minimo schiava del destino, ho deciso di darmi da sola la morte: il suicidio come utile escatologia per ingannare il fato e la morte imprevedibile.

Ma ogni passo verso l’oltre umano dev’ essere ben calibrato, non casuale.

Vorrei darmi un metro nei gesti da compiere nel vedermi scomparire, scandito da ritmi e movimenti in battere e levare, e forse ben si presta all’idea l’accompagnamento musicale di una qualche sonata, operetta, notturno… o per esempio un allegro valzer: sentire “un due tre, un due tre” e far corrispondere al ternario un “passo collo acqua, passo collo acqua”. Dico acqua perché mi concederò una lunga apnea, perché è meraviglioso il suono ovattato della musica che si ode quando si é totalmente immersi, come un lento, infinito, protratto rimbombo che scroscia nelle pareti della vasca che soffoca.

Se il Valzer n. 69 di Chopin ha una durata pari a 3 minuti e 40 secondi, saprò che il primo minuto sarà dedito all’entrare in bagno, chiudere la porta, tappare lo scolo della vasca ottocentesca dai bei poggioli in oro e lasciar così riempirsi l’acqua tiepida. A quel punto, mentre sale il vapore, vorrò intravedere per l’ultima volta sullo specchio appannato il mio corpo che si spoglia nudo, lasciando cadere l’accappatoio e sciogliendomi i capelli. La noia di questo gesto così intimo e quotidiano mi sarà costato la bellezza di un minuto e mezzo. Così i restanti settanta secondi misureranno i tre passi necessari ad entrare, sedermi e sprofondare. Ogni bolla d’aria è un ticchettio perfettamente misurato, l’addio ultimo alla fatalità che non potrà mai più minacciarmi di morte.

Mentre sento soffocarmi, mentre vedo il coronamento della massima volontà umana, vi dirò che il destino non esiste: l’ultima molecola d’ossigeno bruciata nell’acqua combacia esattamente con l’ultimo sol riportato nello spartito valzeriano.

Eppure ecco l’imprevisto del non poter misurare la propria morte.

Quel sol decise di fermarsi prima dei suoi due movimenti sonori, lasciando il mio istante finale di vita preda del caso.