All’amico fuoco

La notte avanzava incessante nel plateau. In quella che oggi chiamerebbero la fredda e inospitale zona uralica, al confine con la gelida Siberia, si stagliava nell’oscurità una singola, limpida luce. Avvicinandosi, lo sguardo potrà ammirare il familiare e confortevole abbagliante calore di una fiamma, un semplice braciere che arde nella notte, indisturbato. Seduto, accovacciato di fronte a quel bagliore sedeva un uomo. Una persona come me e te. Ogni notte l’uomo sedeva di fronte alla fiamma, lasciando che il suo scoppiettare e il suo bruciare facessero il loro dovere. L’uomo se ne stava là, durante le ore notturne, con lo sguardo che vagava in direzione della notte penetrante, di un buio sconosciuto e surreale. Ma l’uomo, nonostante tutto, non aveva mai paura. La fiamma del focolare era là con lui, e questo bastava. La fiamma cuoceva il cibo per lui e la sua famiglia, li scaldava nelle gelide ed infinite giornate invernali e soprattutto li proteggeva dagli animali che vagavano per quelle lande. Il fuoco, in quelle lunghe interminabili notti a protezione della sua gente, era il suo unico amico, il respiro dell’uomo rispondeva secco e costante al crepitio della fiamma, l’abbraccio con calore tra i due era la loro forma di affetto reciproco. L’uomo alimentava la fiamma con la sua conoscenza tramandata dai suoi antenati di padre in figlio, un metodo la cui origine si perdeva nella vastità del tempo e delle lande in cui viveva, cacciava e si nutriva con la sua gente. La fiamma faceva il suo dovere, e a questo lui bastava. Non temeva il buio, non temeva i ruggiti e i versi che echeggiavano profondi e lugubri nella notte, la fiamma era sempre al suo fianco, e lo sarebbe stata sempre, a protezione sua e della sua famiglia. L’uomo, infine, prese sonno, lasciando vagare la sua fervida immaginazione nel mondo del sogno, cullato dal tepore e dalla protezione data dal fuoco amico. L’uomo non poteva, in cuor suo, immaginare che la fiamma, secoli dopo, avrebbe compiuto la stessa funzione nella sua casa. Si sentiva protetto anche quando la fiamma, lasciata incustodita a se stessa, bruciò la casa dell’uomo e lui con essa. L’amico fuoco aveva portato l’uomo, tanto sicuro della protezione data dal compagno, verso la morte evitata, fin dall’origine dei tempi, così ardentemente.