Capsula di sicurezza

È iniziato tutto con l’esperimento della candela sotto una campana di vetro; si copre una candela accesa con un contenitore – non succede solo con le campane di vetro che servono solo per comodità – per osservare quando l’aria si esaurisce: si crea il vuoto quando si spegne la candela, o almeno credo. In fisica andavo bene solo perché stavo simpatico alla prof. poi ho fatto il classico e fisica non era una delle materie da studiare con devozione, poi ho studiato altro. Insomma il vuoto è stata una scoperta, come il fuoco, ma dopo, altrimenti l’esperimento con la campana non sarebbero mica riusciti a farlo. Poi come da ogni scoperta l’uomo è riuscito a implementare soluzioni per rendere più facile la vita, come le campane di vetro sottovuoto, i barattoli di cetrioli, quelli da confettura, le confezioni di salumi e così via fino al cesso degli aeroplani che credo funzioni sfruttando il vuoto come un buco nero in miniatura. Probabilmente il cesso degli aeroplani è stato inventato dopo la scoperta dei buchi neri, ma prendetelo con le pinze per il motivo di cui sopra. E come il fuoco, tutti temono il vuoto. È nella natura umana. Le vertigini, i barattoli con i coperchi che fanno click. Lo temono soprattutto quando si crea in testa; è il meccanismo per cui i pensieri si affastellano, si moltiplicano come i batteri sulla copertura quando il coperchio del barattolo fa click. Una volta ne ho comprato uno, non sto a controllare sempre. Non ho schiacciato la capsula, l’ho aperto una mattina a colazione e ho trovato solo muffa.
Il barattolo non l’ho portato indietro all’Esselunga, che sicuramente mi avrebbero chiesto perché non ho controllato, non ho verificato. E insomma questo per dire che la mia testa, come forse anche la vostra, è un barattolo con il coperchio che fa click e la muffa sono i pensieri e quello più infestante è proprio il pensiero di lei.

(di Natan Mondin)