Chiamateci ricercatori, non alcolizzati

Partiamo dal presupposto che dentro di noi abbiamo delle pulsioni masochiste, che però definiamo normali per una questione di autocompassione.

Parlo del “desiderio di essere ubriachi”.

Spesso e volentieri, vogliamo raggiungere questo stato psicofisico ad ogni costo, il problema è che costa. Quindi si cercano ad ogni modo delle modalità convenienti per non sputtanare l’intero stipendio in 5 giorni. E credetemi signori, negli anni sono state fatte delle scoperte stupefacenti a riguardo.

Mi permetto di dire, altro che fondi per la ricerca! Se la gente credesse davvero in quello che studia, lo farebbe gratis e a sue spese. Prendiamo per esempio i giovani, principali esponenti della ricerca sulla massima resa della molecola “CH3CH2OH”, nota anche come Etanolo. Loro auto-sperimentano le trovate, rimettendoci denaro e organi vitali. E vengono pure etichettati come disagiati.

Facciamo degli esempi pratici, di scoperte che noi ora diamo per scontate ma che comunque qualcuno ha fatto senza ricevere alcun Nobel.
Gli shots: piccola quantità, massima resa.
I beveroni: basso costo, massima resa.
L’happy hours: minima concentrazione, massima resa.
Il 2×1:costo giusto, resa doppia.

E poi c’è l’open bar, il “vuoto a rendere”, le birre con il tappo a filetto, il montenegro.
Potrei continuare per ore.

Ovviamente c’è anche chi rema contro questa ricerca, ma non ne voglio parlare, gli farei solo pubblicità. Dico solo, per capirci, che sono quelli che hanno inventato il “ghiaccio”.

Con immutata stima.