Chiara

L’ira di Carmelo aveva un nome: Chiara.
Non era una donna, seppure dotata di tutte le capacità seduttive che normalmente si attribuiscono al gentil sesso.
Chiara era un glioblastoma di grado IV, che, sommessamente e viscidamente, s’introdusse e prese possesso del cervello di Carmelo.
Le aspettative di vita erano pressoché pari a zero. Ma il trantran tra ospedali, centri tumorali, chemio e radioterapia era garantito.
Tra l’agonia di un finale amaro e doloroso e il breve ma intenso godimento di quel poco di vita che gli rimaneva, Carmelo propese per la seconda alternativa.
Tre mesi.. 90 giorni.. E dopo chiuse gli occhi..
Chissa’ quali scenari si saranno aperti davanti a lui, in un altrove che nessuno sa dove è..
Se solo Chiara avesse dato a Carmelo la possibilità di confessarle i suoi limiti, forse avrebbe capito che a lei lui non era destinato.
Chiara è stata il fuoco che ha ridotto in cenere una vita di dolcezza implacabile.
Ma in quel giorno, in quell’ora, in quell’attimo prima della dipartita, Carmelo guardò negli occhi l’amore di una vita e gli fu chiaro che nulla si spegne né si dimentica. “Il mio amore si nutre del tuo amore, amata, e finche’ tu vivrai starà tra le tue braccia senza uscire dalle mie”
Sorrise, fece un inchino e volò via!