I gemelli

I pensieri profondi e sorprendenti spesso nascono per un caso, come un articolo condiviso su Facebook da un amico che non conosco neanche. «I gemelli rapinatori protetti dal DNA. “È troppo simile dobbiamo assolverli”» dice il titolo e io non posso che cliccare sul link: ha quella giusta combinazione di paradossale e geniale che di solito mi fa pensare sia di Lercio, anche se alla fine non lo è mai. L’articolo racconta la vicenda dei gemelli Trushi. I due, in arte gemelli Lupin, da anni vengono assolti da processi per furti e rapine. Hanno trentaquattro anni, stesso viso, stessa pettinatura, stessi tatuaggi e un codice genetico praticamente identico. Gli inquirenti non possono determinare a quale dei due rapinatori appartengono le tracce di DNA ritrovate nelle diverse scene del crimine. Quindi, non essendoci modo di capire chi dei due abbia agito, i tribunali devono assolvere entrambi. Insomma, i gemelli riescono a essere nello stesso momento colpevoli e innocenti. Ognuno di loro è potenzialmente entrambe le cose, ma con certezza nessuna delle due. Questa loro condizione ambigua mi confonde e mi stimola. Il doppio sa scombussolare la realtà qualche volta, penso. E questo è uno di quei casi paradossali. Sì, ne sono convinto, è come il gatto di Schrödinger che è contemporaneamente vivo e morto. Per farla breve, Schrödinger immagina un gatto chiuso in una scatola dove la probabilità che si liberi un gas mortale è uguale alla probabilità che questo stesso gas non si diffonda. Perciò, secondo il fisico, fino a quando non si aprirà la scatola e si vedrà se il gas è stato rilasciato, il gatto al suo interno si trova in uno stato indeterminato: sia morto sia vivo. Pensandoci bene, anche i gemelli sono nella scatola che però per loro non è una trappola mortale, ma un modo geniale per non essere incastrati. Infatti, finché non si aprirà la scatola – cioè finché non si faranno test genetici capaci di distinguere i loro DNA – i due Trushi saranno in una condizione ambigua, come il gatto. Tutto questo è possibile solo perché, in un certo senso, l’uno è la copia dell’altro: sono due persone diverse, ma sono anche la stessa persona perché non hanno caratteristiche che ci permettano di distinguerli con sicurezza. Sono un paradosso, due e uno nello stesso momento.

Ammetto che, a pensarci su, questa storia si sta facendo contorta e intrippante. Forse si è spinta un po’ troppo in là, fino a scontrarsi con la nostra comune percezione della realtà. Ma forse, come tutte le storie, sa svelare qualcosa. Il doppio ha questo potere – necessario e pericoloso assieme – di mettere in discussione il nostro modo di vedere le cose e di pensare il mondo. Non tutto è univoco, non tutto è definito, una cosa può essere anche il suo esatto contrario. Così anche la vicenda dei due gemelli strapazza la realtà e inevitabilmente ci fa chiedere: qual è il rapporto tra vero e falso in questa storia?