“Un Irastop da 300mg grazie”

Immaginiamo per un momento che nel mondo sparisse completamente l’ira. Che non esistesse più l’apice della rabbia, quel momento in cui si rompono gli argini della nostra condotta sociale che tendono a reprimere i comportamenti aggressivi e violenti e non solo. Immaginiamo che in questo mondo esista un farmaco che anestetizzi questo più istintivo aspetto del nostro essere. Immaginiamo che la nostra vita venga epurata da questo “vizio”. Potremmo chiamarlo Indifferentexamol, Lasciamoperdiralina o magari Irastop, che suona molto più commerciale. 
In questo fantomatico mondo senza ira, il politico di turno continuerebbe ad intascare il suo stipendio non facendo il suo lavoro. Ma a noi cosa importerebbe? Col nostro bel farmaco potremmo tranquillamente dire col sorriso in bocca: “Tanto o lui o un altro sarebbe uguale, allora teniamocelo!”. Sempre in questo mondo, delle persone losche verrebbero a chiederci il pizzo, ma a noi cosa interesserebbe? Diamogli tutto! Tanto dopo c’è il farmaco che funziona meglio dello Stato! E poi perché adirarsi per una cementificazione edilizia sfrenata che distrugge il territorio costruendo case che non verranno mai vendute? Perché prendersela per l’ennesima stampante che si rompe subito dopo il termine del periodo di garanzia. Perché incazzarsi se la banca ti blocca il conto corrente (con i tuoi soldi) a causa dell’azione fallimentare innescata da un acquisto di derivati tossici da parte della direzione? 
Stiamo purtroppo già diventando immuni all’ira. Quello che leggiamo nei commenti sul web o vediamo accadere in giro per strada – amplificato dai media nella maggior parte dei casi – non è “ira” o rabbia, sarebbe più opportuno definire questi atteggiamenti aggressivi come il punto di saturazione raggiunto dalla noia e dalla paura di vivere. La noia e la paura di vivere si fondono, reprimendo e depotenziando in maniera subdola e individuale, il carattere unitario che l’ira era in grado di creare trascendendo le diverse parti del contratto sociale, le quali unendosi muovevano quelle rivolte tanto agognate da certi nostalgici rivoluzionari. Per il timore di perdere quello che abbiamo, accettiamo di buon grado e ci sacrifichiamo alla egemonica dittatura della indifferenza individualistica, ristagnando in situazioni controllate e banalmente ripetitive. L’ira se saputa gestire è stata ed è come il vento. Saper sfruttare il vento tumultuoso ha permesso alle navi di solcare i mari, rimanere nelle fasce di bonaccia no.