L’interpretazione di Copenaghen

Mi ritrovavo seriamente convinta di essere incinta per la terza volta. Era una sensazione trasversale, che ogni giorno mi scendeva un po’ più giù nello stomaco, dove si stava accumulando un grumo di preoccupazione.

Dunque consideravo il ritardo: mi sono rigirata nel cervello questo abbozzo di idea per giorni, poi di colpo ho realizzato.

Mi veniva in mente  il gatto di Schrodinger, quel povero gattino chiuso nella scatola, che poteva essere contemporaneamente sia vivo che morto, uno stato noto come sovrapposizione quantistica, o più comunemente tremarella.

Ma c’era una considerazione luccicante da non ignorare. Non avevo stracciato le palle a mio marito con i miei tentativi di convincerlo a fare un altro bambino? Lo avevo fatto.

Ma tutti i no che avevo incassato negli ultimi anni avevano logorato un po’ la mia volontà.

Insomma, adesso che il mio desiderio sembrava avverarsi, tentennavo. Schrodinger, con il quale condividevo lo scetticismo verso ogni teoria ortodossa, a suo tempo faceva notare un altro aspetto: il principio di sovrapposizione, uno dei cardini della meccanica quantistica, nel quale si afferma che un sistema può trovarsi in due stati distinti e opposti, incinta con la pancia, non incinta manco per niente.

Poi successe una cosa singolare: messo a conoscenza del mio tarlo, il potenziale-di-nuovo-papà mi spiazzò, come solo lui sa fare.

Mio marito aveva già fatto il salto quantistico e un sorriso un po’ tenero e un po’ sciocco gli si dipingeva in faccia. Ma come? Era la stessa persona con la quale litigavo ciclicamente appena si sfiorava l’argomento? Lo avevo sottovalutato. Aveva barattato l’appena ritrovata libertà con l’idea di tornare a cullare un bebè. Senza battere ciglio!

I pesi erano cambiati in un baleno. Ma finché non avessi fatto il test, il gatto rimaneva chiuso nella sua scatola e poteva essere vivo.

La teoria quantistica va presa con la dovuta ironia. Secondo Schrodinger, il concetto di possibilità porta con sé conseguenze potenzialmente paradossali. In particolare, la sovrapposizione di due stati distinti e contrari può  esistere contemporaneamente, andando decisamente contro il senso comune.

Ma esistiamo coscientemente in un solo universo, e così decisi che era ora di sapere una volta per tutte se quel dannato gatto fosse vivo o morto. Con la faccia da ebete comprai il mio terzo test di gravidanza decisa a scoprire cosa aveva in serbo per me il signor premio Nobel per la fisica.

Mostro l’acquisto a mio marito e insieme ridacchiamo come adolescenti, ma lo stesso giorno, poche ore dopo, mi siedo sul water e scopro che il gatto di Schrodinger è morto stecchito. I pesi si sono di nuovo capovolti.

Il test è nell’armadietto dei medicinali, ancora incartato. Non lo guardo mai.

Secondo una delle interpretazioni del paradosso quantistico, in uno dei tanti universi possibili io sto per diventare mamma per la terza volta, tra meno di due settimane. Auguri a me.