Triste la vita di chi non sospira,
di chi non pensa all’esistenza
che trascina, trascinato dal peso
tuttavia non percepito.
Così, felice della condizione,
dietro il vetro opaco del mondo,
vive ignaro di essere solo un’ombra.
Ma chi vive, solo, all’esterno,
oltre il vetro opaco, domanda a un’ombra
il “sì” della sua condizione.
È triste la vita di chi sospira,
di chi l’esistenza rigetta,
trascina, trascinato via dal peso
del tutto pensato e sentito.
–
Si vaga senza spiegazione alcuna
tra lande devastate dal mistero
in cerca della tecnologia organica
di giganti titani antropomorfi.
Montagne e fossi celano i brandelli
dei loro corpi in decomposizione.
Nel petto un altro male si nasconde,
ma che tosse e rigurgiti di sangue
manifestano in pozze fluorescenti.
Gli indizi del disastro perpetrato
giacciono in biblioteche e monoliti
dettati in altra lingua dai custodi:
geroglifici, rune, segni, codici.
Il lascito che sta a noi interpretare.
–
Nella psiche di ognuno si nascondono
impensabili mostri e paure inconsce,
bagagli emozionali che si perdono
in foreste moderne di non-luoghi.
Si assiste allo spettacolo del circo,
fluorescenti corride, teatri, acrobati.
Si destreggiano nelle megalopoli
o in vicoli di paese e vuoti semplici
tra sterco e foglie secche nei parcheggi.
Presenze lasciano fosfeni impressi
come a occhi chiusi flash e luci al neon.
Reminiscenze, trame, filamenti,
ragnatele mentali che si tessono
brulicando negli angoli in silenzio.