Mentre tutto intorno si spezza

Quando la madre di Teresa era uscita di casa era già tardi. Aveva bevuto un po’ di vino a cena, da sola. C’era solo Teresa che la guardava in silenzio e masticava lentamente.

Ora Teresa è sola davanti al camino, stretta in un pigiama che le sta troppo stretto. In due anni ha fatto un sacco di centimetri, anche se sua madre non la misura più con la tacca sul muro. Da quando il padre di Teresa non c’è più lo ha fatto solo un paio di volte. L’urgenza di doverlo ricordare attraverso i suoi gesti si era esaurita troppo presto e quella tradizione era rimasta solo un ricordo.

Teresa porta le ginocchia al volto e appoggia gli zigomi alle rotule, sente i muscoli della faccia che si distendono, la pelle che tira.

Si avvicina al fuoco facendo perno sulle ossa spigolose del bacino. Una per volta, con un lento dondolio.

Sua madre è uscita che sono già due ore, lo ha fatto senza salutare. Nel silenzio c’era l’illusione di poter rimanere ancora lì, senza esserci. Invece è già troppo lontana e Teresa a undici anni è rimasta sola di notte, dentro un pigiama stretto e davanti a una fiamma che la rende cieca.

Le scintille del fuoco si riverberano nei suoi occhi scuri e sul vetro delle foto incorniciate, appese al muro anni prima.

Formano una grande “O” sulla carta da parati ingiallita. In quella al centro Teresa è piccola e ha una fascia di spugna sulla testa. L’espressione che ha conservato sul viso, nel lasso di tempo in cui qualcuno l’ha poggiata sul prato ed è corso dietro l’obiettivo, è serena e pacifica.

Teresa si immagina suo padre che scatta la foto e sua madre che sorride, lì accanto, magari gli stringe una spalla con la mano, come a voler trattenere anche su di lui la sua emozione.

A Teresa non lo ha detto nessuno che il fuoco del camino è pericoloso. Per lei è sempre stato un gioco. Ci buttava dentro pezzi di carta e li guardava accartocciarsi e sparire fra le fiamme. Le dava un senso di calma e sicurezza, mentre tutto intorno a lei si spezzava.

La voce di sua madre, i bicchieri per terra, il cuore di suo padre.

Teresa lanciava qualcosa e il fuoco se lo prendeva, senza mai fallire.

Stasera Teresa non lancia niente dentro al camino. Vorrebbe buttarci solo il suo cuore impaurito e tutte le bottiglie di vino lasciate a metà da sua madre.

Ma poi si addormenta, tremando un po’ sul tappeto, con la faccia poggiata sullo scalino di pietra che separa il pavimento dalla brace.

Teresa non sogna in quei minuti ma si tiene forte le gambe come se volessero scappare da sole, senza la parte superiore del corpo.

Quando sposta il viso per cambiare posizione una ciocca di capelli cade troppo vicino alla base del fuoco. C’è una scintilla più forte delle altre e a Teresa sembra di sentire la madre rientrare, muovere passi incerti nell’ingresso e poi accoccolarsi vicino a lei.

Teresa prova a dire qualcosa, che sappia di rimprovero ma anche di perdono, ma accanto a lei non c’è nessuno e fa sempre più caldo. Poi la stanza si riempie di luce.