Riviera

Luce rosa, galleggio dentro un’alba tiepida. Nuvole innocue si specchiano nella piscina del residence. Prendo fiato, ammutoliscono le allodole, sprofondo nel calore che l’acqua ha incamerato ieri. Increspo lo schermo lucido, stravolgo una parte di cielo.
Richiami ovattati, considerare le possibilità.
Residui di luce, analizzare le opzioni.
Cos’è la distanza tra un punto e un altro? La pianificazione di un percorso, risponderebbe certa gente, io non so trovare una risposta.
Il cloro s’insinua nelle narici, trattengo il fiato oltre il limite, qualcosa mi spinge in superficie.
Programmare, costruire, ci ho provato, non lo rifarei, né farei altre cose di questo tipo, non memorizzo nemmeno più le strade da quando ho un telefono dotato di navigatore.
II sole è quasi alto, ombre basse spezzano le facciate arancioni delle palazzine, la luce filtra tra le fronde dei pini marittimi e macchia la mia pelle appena abbronzata. Le tapparelle si arrotolano, finestre quadrate, tutte uguali, una è mia, l’ho ereditata da nonna, ho dimenticato la luce accesa.
Non ho un sogno nel cassetto, per molto tempo mi sono costretta ad averne uno o più di uno, cambiavano spesso, non mi convincevano del tutto, non si sono realizzati, ora ho smesso. Purtroppo la presunzione di un futuro certo riguarda la maggior parte della gente che conosco e mi ritrovo a dare risposte vacue alle loro preoccupazioni su come in questo momento stia procedendo la mia vita. Mi chiamano spesso al telefono. Allora che intendi fare, forse potresti, se ti ostini, non c’è via d’uscita, pulsioni invece di ragioni, sentimenti al posto di luoghi, pigrizia anziché scarse capacità di adattamento.
Considerare le possibilità, rispondo, analizzare le opzioni, mento.
Tra poco la piscina sarà invasa, ma io starò dormendo.
Il giorno, la notte, mangio pomodori, indosso sempre rossetto e mascara, sporco le federe dei cuscini, scendo le scale e le risalgo.
Mi aggrappo al bordo della piscina, esco di slancio, ho un corpo, si muove.
Sono felice, posso fare tutto, non voglio farlo, non ne ho più voglia, non ne vale la pena. L’appartamento di nonna in un residence della riviera, sono sola, una piscina in cui nuoto all’alba, un rossetto, un mascara, qualche vestito, i giorni passano, faccio nulla, nessuno mi dice quello che dovrei fare.
Lascerò passare l’estate, forse l’inverno, un anno, smetteranno di chiamarmi, un altro ancora, tutta la vita.