Sangue, sperma e sudore

Quando arrivai sul luogo dell’esplosione l’incendio era ormai sotto controllo, finalmente il capo dei pompieri mi fece cenno ed io entrai ad analizzare la scena del crimine. In quella stanza sembrava ci fosse la storia dell’umanità, buttata a terra: sangue, sperma e sudore. Il fumo proveniente da quei cadaveri ormai era il mio, mi attraversò i vestiti e la carne andandosi ad aggiungere alla collezione di vecchia merda, che in questo lavoro viene chiamata “esperienza”. Dopo aver interrogato qualche guardone ed aver lanciato qualche osso ad un giornalista, accesi la macchina e mi allontanai. Dovevo riflettere e guardarmi dentro. Quindi qualche isolato più in là accostai vicino al primo bar e mi ci buttai dentro come fossi un assetato che ha appena trovato un’oasi nel fottuto Sahara. All’ennesima tequila il tizio allo specchio che mi assomiglia incomincia ad insultarmi, sono sulla buona strada. La maggior parte della gente non beve per dimenticare, ma per risolvere, ed io di questioni in sospeso ne ho un bel po’. Chiedo la bottiglia. Ora finalmente la realtà ha perso i suoi contorni, e anche se non posso interferire con i miei pensieri, è tutto più chiaro: “La vita è stronza, ma non bisogna prenderla sul personale, è fatta cosi!”