Seduto sulla panchina

Il vento gli portò via l’ultimo tiro di sigaretta. Non leggeva i quotidiani e non aveva televisori in casa, quindi non poteva sapere che il temporale in arrivo era stato annunciato su ogni telegiornale nazionale, e poi era dal primo pomeriggio che vagava per il paese in cerca dell’anima persa la sera prima mentre era appoggiato al bancone del bar.

La panchina su cui era seduto era piuttosto malandata e il ferro su cui era stato fissato il legno era completamente arrugginito. Sceglieva sempre quel posto se era libero.

L’illuminazione del parco proveniva da alcuni vecchi lampioni e quella panchina era l’unica che sfuggiva al loro fascio di luce, il che gli permetteva di vedere tutto senza essere notato. Più che di voyeurismo si trattava di una innata propensione al rimanere nell’ombra. Nonostante la sua esistenza tormentata pensava che la realtà esterna meritasse ancora una sincera attenzione, solo che non voleva più parteciparvi. Si limitava ad osservare le cose.

Mentre le folate di vento si facevano più intense si mise a fissare la ruggine. Il tempo può trasformare ogni cosa, ma anche per lui è difficile cancellarle. Non è di certo facile far sparire una panchina e ancora meno i ricordi e le emozioni che una o più persone possono avervi legato. Sì, perché Henry su quelle quattro assi di legno aveva visto l’amore. Gli si era avvicinato con molta delicatezza e discrezione senza mai alzare il culo dalla panca. Lo aveva incontrato più volte e lo aveva conosciuto con l’irrefrenabile volontà di essere travolto da esso. Alla fine lo aveva anche abbracciato e baciato. Situazioni così semplici ed elementari che risultano davvero facili da imprimere nel nostro animo e altrettanto difficili da eliminare. Rimane il segno, proprio come la più classica delle cicatrici e non c’è verso di farla sparire. In quella serata di fine novembre l’amore era al sicuro, riparato dalle intemperie e desideroso di ricominciare un nuovo giorno. Henry era al suo posto, sulla panchina, con un mondo dentro di sé che era ben più burrascoso dei lampi e dei tuoni che imperversavano.

La pioggia cominciò a cadere, ma non c’era ancora un motivo per alzarsi e tornare verso casa.